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UniCredit, Ghizzoni e Profumo indagati a Bari su derivati

BARI (Reuters) - L'AD di UniCredit Federico Ghizzoni e il predecessore Alessandro Profumo - attualmente presidente di Mps - sono indagati dalla procura di Bari con l'ipotesi di reato di bancarotta nell'ambito del fallimento della società Divania. Lo riferiscono fonti giudiziarie, confermando quanto anticipato oggi dal settimanale 'L'Espresso'. UniCredit ha respinto ogni addebito confermando la "correttezza del proprio operato", ricordando che Ghizzoni all'epoca dei fatti non era AD ma ricopriva altri incarichi all'estero. Le fonti hanno precisato che nei giorni scorsi è stato notificato l'avviso di chiusura indagini, normalmente prodromico alla richiesta di rinvio a giudizio. L'inchiesta, coordinata dal pm Isabella Ginefra, è una seconda tranche di un'indagine del 2011 che vede già in udienza preliminare 18 persone. Secondo gli inquirenti, UniCredit fece firmare a Divania 203 derivati che provocarano alla società - che impiegava circa 400 persone - perdite stimate da un perito della procura pari 15 milioni di euro, portandola al fallimento. Ghizzoni e Profumo sono indagati con altre 14 persone, che a loro carico hanno anche l'ipotesi di reato di estorsione. "UniCredit, in relazione alla vicenda, ancora una volta non può che ribadire fermamente la correttezza del proprio operato, di quello di ex esponenti e propri dipendenti ed è convinta che ciò potrà emergere dal vaglio delle sedi giudiziarie", spiega la banca in una nota. "Le vere ragioni del default di Divania sono peraltro contenute nella sentenza dichiarativa del suo fallimento del giugno 2011, confermate anche dalla Corte d'Appello di Bari", prosegue il comunicato. "L'attuale AD di UniCredit, all'epoca dei fatti, ricopriva peraltro altri incarichi all'estero e quindi in nessun modo può essere coinvolto in questa vicenda". Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia