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Visco sollecita governo a tagliare cuneo sul lavoro per sostenere ripresa

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. REUTERS/Ruben Sprich (Reuters)

ROMA (Reuters) - Bankitalia sollecita il governo a tagliare il cuneo fiscale e contributivo che grava sul lavoro, tra le misure per sostenere la ripresa italiana ancora incerta. "Sono importanti un'ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro, il rafforzamento di incentivi per l'innovazione, il sostegno ai redditi dei meno abbienti, particolarmente colpiti dalla crisi", ha detto il governatore delle Banca centrale, Ignazio Visco, nelle Considerazioni finali pronunciate stamani in occasione dell'assemblea annuale. Il cuneo fiscale è la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sulle aziende e sui lavoratori; misura la differenza tra quanto un dipendente costa al datore di lavoro e quanto riceve, al netto, in busta paga. "Se i margini oggi disponibili nel bilancio sono limitati, è comunque possibile programmare l'attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio". Il 19 maggio scorso il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, ha detto che il governo sta valutando se introdurre con la legge di Stabilità 2017 un taglio strutturale del cuneo invece che rinnovare per il terzo anno gli sgravi alle imprese che assumono a tempo indeterminato. L'intenzione è stata confermata anche dal premier, Matteo Renzi, con l'obiettivo di rendere il contratto a termine più costoso di quello stabile. Per Poletti un differenziale congruo di costo sarebbe intorno al 10%. Nella Finanziaria 2015 l'esecutivo ha introdotto uno sgravio triennale fino a 8.000 euro per ogni assunto con contratto stabile. La misura è stata rinnovata per il 2016, ma con un decalage a 3.000 euro circa. Alla decontribuzione è stato affiancato con il Jobs act il nuovo contratto a tutele crescenti, a tempo indeterminato, ma senza l'articolo 18. Secondo i dati registrati nei primi mesi del 2016, la riduzione degli sgravi è alla base di un rallentamento delle nuove assunzioni stabili.. Un taglio delle tasse incentiverebbe le imprese ad assumere o a stabilizzare più del nuovo contratto stabile, dunque. "La domanda di lavoro è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa, interessando aree, settori e categorie di lavoratori esclusi dai segnali di ripresa del 2014. Vi hanno influito la nuova disciplina dei rapporti di lavoro e, in misura a oggi più ampia, gli sgravi contributivi", afferma oggi anche Visco. Secondo Istat, in aprile il tasso di occupazione risulta al 56,9%, il livello più alto dall'aprile 2011. L'aumento degli occupati su base congiunturale "riguarda sia i dipendenti (+35mila i permanenti, stabili quelli a termine) sia gli indipendenti (+16mila)", mentre su base annua "la crescita è interamente attribuibile ai dipendenti permanenti (+1,9%, pari a +279mila occupati a tempo indeterminato)". Sempre in aprile, spiega Istat, gli occupati stabili (14,837 milioni) sono diminuiti di 13.000 unità rispetto a gennaio 2016 (quando erano 14,850 milioni) risentendo dell'impennata di fine dicembre 2015, ultimo mese utile per usufruire dello sgravio di 8.000 euro per lavoratore. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia