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Debiti PA, pronto il decreto per i rimborsi

Via libera ai rimborsi per le imprese da parte della Pubblica Amministrazione. Il Consiglio dei Ministri si riunirà domattina per il varo del decreto legge sui 40 miliardi da restituire alle imprese fornitrici della PA. L'intento sarà quello di privilegiare imprese e fornitori con i crediti cronologicamente più vecchi e allo stesso tempo di allentare il Patto di stabilità interno per consentire immediata liquidità a Regioni ed enti locali. Istituire inoltre un "fondo per assicurare la liquidità di pagamenti certi liquidi ed esigibili", da destinare alle amministrazioni locali con scarse risorse in cassa.

Questi i principali punti del decreto salva debiti, per il quale Camera e Senato si sono riuniti oggi alle 15.00 per votare la relazione del governo, indispensabile per varare il decreto che prevede l'elargizione dei soldi in due tranche: 20 miliardi nella seconda metà del 2013 e 20 miliardi nel 2014. Per un totale di 40 miliardi, circa il 45% dello stock arretrato misurato nella stima aggiornata della Banca d'Italia in 91 miliardi di euro. Inoltre, se il Patto di stabilità verrà allentato, sarà possibile sbloccare immediatamente 3-4 miliardi per Regioni ed enti locali, mentre circa 7 miliardi verrebbero rilasciati entro giugno. Entro tempi non ancora stabiliti, gli enti dovranno comunicare al Tesoro le esigenze effettive e certificate, oltre alla possibilità di poter chiedere l'accesso ad un prestito agevolato in 30 anni e al 3%. Il tutto nel pieno della trasparenza amministrativa: le imprese infatti potranno consultare sui siti degli enti interessati l'elenco delle fatture in pagamento.
 
Secondo il decreto, la quota da sbloccare verrà così gestita: almeno 19 miliardi verranno pagati dai comuni, 14 dal sistema sanitario nazionale e 7 dallo Stato centrale. Lo sblocco sarà possibile grazie all'intervento del governo che ha innalzato da 2,4% a 2,9% l'obiettivo di indebitamento rispetto al PIL di quest'anno. I restanti 20, previsti per il 2014, saranno conteggiati come debito pubblico e quindi non peseranno sul deficit dell'anno prossimo. E' importante però che il disavanzo non superi il 3% del Prodotto Interno Lordo, come richiesto dall'Unione Europea.

Durante l'incontro di oggi a Palazzo Chigi i dieci saggi nominati dal capo dello Stato, assieme al Parlamento, discuteranno anche su alcuni interventi per rinviare la Tares - la tassa sui rifiuti - e l'aumento dell'Iva al 21% a luglio. Una richiesta che arriva direttamente dai sindacati che hanno chiesto di congelare l'imposta temendo l'impatto che le scadenze fiscali estive - tra cui Irpef e Imu -  potranno avere su redditi e consumi.