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Alitalia approva aumento da 250 mln, accordi sindacali validi

La sede di Alitalia all'aeroporto di Fiumicino, in una foto dell'ottobre 2013. REUTERS/Max Rossi

di Alberto Sisto

FIUMICINO (Reuters) - Alitalia è riuscita a non morire per la seconda volta. A dispetto delle battaglie fra sigle sindacali e litigi fra i soci, i vertici della compagnia aerea hanno fatto oggi due passi verso l'accordo con la compagnia emiratina Etihad.

L'assemblea ha approvato l'aumento di capitale da 250 milioni e il bilancio 2013 (con una perdita netta di 569 milioni "dopo una grande pulizia di bilancio", come ha detto l'Ad Gabriele Del Torchio) che serviranno a garantire la continuità aziendale e a mettere l'azienda in sicurezza. Sono stati inoltre confermati gli accordi sindacali visto che il referendum abrogativo fra i lavoratori non ha raggiunto il quorum. Però la saga continua e sarà necessaria una nuova assemblea nel periodo delle vacanze per gli accordi con Etihad.

Questi i tre risultati, richiesti come precondizioni dalla compagnia emiratina per acquistare il 49% del capitale del gruppo italiano, al termine di una concitata giornata che non è risultata ancora definitiva.

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LE POLEMICHE SUL REFERENDUM

Dopo le contestazioni che si sono rinfacciati reciprocamente per tutta la mattinata Cgil, Cisl e Ugl da una parte e Uil dall'altra, i vertici della compagnia aerea spiegano in una nota che gli "accordi, sottoscritti il 16/17 luglio dal 65% delle rappresentanze sindacali, sono efficaci ed esigibili nei confronti di tutto il personale e vincolano tutte le organizzazioni sindacali firmatarie degli accordi interconfederali", Uil compresa.

"La conferma delle intese è stata di aiuto per convincere i soci a votare a favore dell'aumento di capitale che, come sapete, è funzionale all'intesa con Etihad. Nei prossimi giorni continueremo a incontrare le altre organizzazioni [sindacali che non hanno finora firmato l'intesa] per cercare di allinearle tutte", ha detto Del Torchio ai giornalisti lasciando la sede della compagnia dopo l'assemblea.

L'Ad ha poi anticipato che "nel weekend i vertici dei due vettori continueranno a discutere del progetto di integrazione e auspico che si chiuda [con Etihad] prima possibile".

Certo, l'azienda dovrà affrontare i residui delle schermaglie polemiche fra i sindacati e fare i conti con l'avversità del personale viaggiante. Piloti e assistenti di volo hanno già annunciato di non sentirsi vincolati da quegli accordi: "Non sono validi né applicabili ai lavoratori non iscritti alle sigle firmatarie", dice un dichiarazione congiunta Anpac, Avia ed Anpav.

Va poi avviata la procedura per far uscire, presumibilmente da settembre, i lavoratori in esubero e quelli destinati al ricollocamento: in tutto 1.650 persone circa.

ETIHAD CHIEDE PARTECIPAZIONE AI DIPENDENTI E PACE SOCIALE

Questa mattina il vice-direttore generale business di Alitalia, Giancarlo Schisano, prima di entrare in azienda, commentando con i giornalisti alcune indiscrezioni di stampa, aveva detto che Etihad chiede "partecipazione ai dipendenti, vuole la pace sociale".

Un concetto ripreso anche nel comunicato diffuso nel primo pomeriggio: "Alitalia ci tiene comunque ad evidenziare come la coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali siano essenziali per il completamento con successo delle intese con Etihad".

Del Torchio aveva poi smentito - "non ne sono a conoscenza" - le indiscrezioni del Corriere della Sera che descrivevano un ultimatum al 28 luglio posto dall'Ad James Hogan per chiudere con soddisfazione l'intesa anche con i sindacati.

Anche una fonte vicina a Etihad ha smentito l'esistenza di un ultimatum.

SI CONTINUA A LAVORARE CON ETIHAD

Giovanni Barbara, presidente del collegio sindacale, ha detto che la discussione sull'integrazione con il vettore del golfo "arriverà quando matureranno le condizioni".

Un azionista, al termine dell'assemblea, ha spiegato che "per discutere gli accordi con Etihad sarà necessaria un'altra assemblea che potrebbe arrivare durante le vacanze".

Da risolvere pure la scelta della soluzione tecnica per ovviare al cosiddetto nodo Poste.

"Da sempre ci sono sul tavolo le due opzioni", ha risposto un azionista al giornalista che chiedeva se l'ipotesi di distribuire azioni con rendimento garantito fosse stata fatta propria ieri dal Cda.

I soci di Alitalia, in vista dell'integrazione con Etihad, hanno definito un percorso che prevede la creazione di una newco che rilevi gli asset in attivo, il cui capitale sarebbe poi aperto alla compagnia del golfo.

Questa impostazione era stata contestata da Poste, azionista con circa il 20% di Alitalia, che ha detto di voler destinare eventuali versamenti di nuovo capitale solo in business attivi e non a copertura di passività pregresse.

Ora per risolvere questa querelle i soci dovranno scegliere se creare una società intermedia, fra vecchia e nuova Alitalia, a protezione dalle passività passate. Oppure fare l'aumento di capitale con azioni privilegiate che possano vantare una priorità nella distribuzione degli utili.