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ANALISI / A Renzi il primo round, riforma elettorale resta in salita

Il leader del Pd Matteo Renzi e il premier e compagno di partito Enrico Letta lo scorso 15 dicembre a Milano. REUTERS/Stringer (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - La strada della riforma elettorale resta irta di insidie. La prima bozza della riforma farà capolino oggi pomeriggio, quando Matteo Renzi la presenterà alla direzione del Pd. Difficile parlare di modelli: sarà un ircocervo, un po' di tutto, niente di riconducibile in toto a nessuno dei tre sistemi che hanno ciascuno sia sostenitori fortissimi che veti pesanti. Quel che resta al momento è il risultato politico della trattativa portata avanti dal neo segretario del Pd e conclusasi con il roboante incontro con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Renzi aveva un obbiettivo. Con le elezioni politiche che si allontanano sempre più (gli era chiaro che non avrebbe potuto andare ad uno scontro con Giorgio Napolitano), il sindaco di Firenze ha cercato di tamponare una situazione per lui pericolosissima. Non può permettersi di affrontare i prossimi impegnativi appuntamenti elettorali amministrativi (le regionali sarde di febbraio e le comunali con ben 27 capoluoghi di provincia in primavera) ed europei del 25 maggio contro due oppositori del peso di Forza Italia e del Movimento 5 stelle con le mani libere nel fare campagne elettorali d'attacco su tutto il fronte. Per uscire da questa tenaglia Renzi ha utilizzato il dibattito sulla riforma elettorale che gli permetteva di giocare a tutto campo, senza costrizione preconcette in recinti per lui insopportabili, come quello dell'attuale maggioranza di governo è. Ma Renzi sa anche che la sua spregiudicatezza politica non può arrivare fino al punto di far saltare il governo Letta, diventando così il solito pierino guastatore invece che mettere radici come espressione di un modo nuovo di intendere la politica e di garantire il cambiamento con la stabilità. Come ha raccontato Francesco Verderami sul Corriere della sera di ieri, Renzi ha stretto un accordo con Angelino Alfano che concede ai partiti minori il minimo da loro accettabile, mentre ha lasciato che tutti raccontassero di un accordo con Silvio Berlusconi sul modello spagnolo. In realtà l'accordo con il Cavaliere è stato di tipo politico e non tecnico su una specifica legge. Assumendo Berlusconi come interlocutore Renzi non l'ha legittimato, come è stato scritto dai più, poiché la legittimazione a Berlusconi, aldilà dei guai giudiziari, gliela dà il suo movimento politico esattamente come avviene per Beppe Grillo, estraneo al Parlamento e non candidabile in conseguenza di guai giudiziari. In sostanza Renzi ha permesso a Berlusconi di uscire da quella irrilevanza sullo scacchiere della trattativa fra i vari partiti nella quale l'aveva confinato la sua scelta di darla vinta ai falchi interni e permettendo la scissione alfaniana. Da un punto di vista politico Berlusconi è tornato in gioco dando ragione alla linea alfaniana e mettendo da parte i suoi falchetti: non a caso all'incontro decisivo si è presentato con Gianni Letta che ha connaturato l'aplomb della colomba e a trattare sulla riforma elettorale ha delegato Denis Verdini, il meno schematico dei falchi. L'altro risultato politico è stato quello di isolare i grillini dimostrando ancora una volta la loro incapacità di condizionare la vita politica del Paese. Sulla legge elettorale non sono stati finora nemmeno in grado di elaborare una proposta, finendo per privilegiare il proporzionale lasciato dalla Corte costituzionale, un sistema che in Italia ha l'odore indigesto della vecchia politica, il contrario del grillismo. Prova ne sia che a urlare contro l'accordo di sabato in questi due giorni è stato proprio Beppe Grillo che ha inondato i social network di invettive contro Renzi, suo arcinemico del momento proprio in quanto vincitore. Renzi dunque incassa il suo primo vero successo politico, ma la partita è appena iniziata e resta molto lunga. Le prossime prove arriveranno con le scadenze elettorali. Intanto Letta va. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia