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Le analisi tecniche dei principali titoli del FTSE Mib

Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie)

Scattano le prese di profitto per Unicredit (-5.3%) penalizzato anche dalle prime indicazioni sull’esito dell’aumento di capitale di Popolare di Vicenza con sottoscrizione intorno al 10%. Il titolo bancario, nelle ultime sedute molto volatile, nell’immediato potrebbe rialzare la testa solo se i corsi troveranno la forza di attestarsi al di sopra di quota 3,30 euro; in caso contrario, potremmo assistere ad un ritorno delle quotazioni a 3,15 euro. Monitorare con attenzione quest’ultimo riferimento poichè la violazione (in chiusura di seduta) proietterà il titolo fino a 3,03 euro. Supporto critico posizionato a 2,90 euro. Segnali di forza, invece, giungeranno oltre quota 3,62 euro, in chiusura di seduta e con tenuta di almeno 3 sedute, preludio ad un ritorno dei corsi a quota 4 euro. Il titolo in 6 mesi ha ceduto il 43%, il 69% in 5 anni ed l’85% in 16. Venerdì scorso Equita ha confermato il rating HOLD su UNicredit con target price a 5,50 euro ed incrementa peso nel portafoglio consigliato.

Medie mobili esponenziali:

il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono inferiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più ribassista possibile.

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I titoli bancari di Piazza Affari che negli ultimi 16 anni hanno ceduto oltre il 70%.

  1. Bca Mps -99%

  2. Bca Carige -97% (dal 2002)

  3. Bca Profilo -97%

  4. Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) -90%

  5. Creval -89%

  6. Unicredit -85%

  7. Ubi Bca -69% (dal 2004)

  8. Bca Pop Milano -68%.

(dati fino al 29 aprile 2016).

INTESA SANPAOLO (Amsterdam: IO6.AS - notizie)

Non muta lo scenario grafico, almeno per il momento, del titolo bancario che si conferma all’interno dell’intervallo compreso tra 2,49 e 2,40 euro. I corsi, per uscire da questa fase di letargo, dovrebbero riuscire a stabilizzarsi al di sopra di quota 2,65 euro. L’eventuale successo aprirebbe spazi di ascesa verso i 2,78 euro, con successivo target a 3 euro. Discese al di sotto di 2,34 euro (in chiusura di seduta) comprometterebbero tale ipotesi, facendo salire le possibilità di un nuovo test del sostegno chiave a 2,27 euro e successivamente, con quest’ultima violazione in chiusura di seduta, in area 2,20 euro (livello grafico importante). Intesa Sanpaolo negli ultimi sei mesi ha ceduto il 25% sul listino di Piazza Affari, mentre negli ultimi 3 anni ha guadagnato il 74%, il 21% negli ultimi 5. Intesa Sanpaolo porterà in cassa 1 miliardo di euro con la cessione di Setefi (il closing dovrebbe avvenire nei prossimi giorni), leader nel mercato italiano nel settore dell’acquiring con oltre 290.000 terminali gestiti su tutto il territorio italiano. Giovedì scorso il Cda ha nominato per acclamazione Carlo Messina Consigliere Delegato e CEO, delegando i poteri necessari ed opportuni ad assicurare unitarietà alla gestione della Società.

Medie mobili esponenziali:

il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono inferiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più ribassista possibile.

Autore: Pasquale Ferraro Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online