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Banche Italia, aumenta pressione su Npl dopo linee Bce, scattano realizzi in borsa

MILANO (Reuters) - Le banche italiane sono sotto pressione a Piazza Affari, più delle concorrenti europee, dopo la pubblicazione delle nuove linee guida Bce sulla gestione degli Npl nella zona euro che ha richiamato all'attenzione del mercato il tema sofferenze alimentando i realizzi dopo gli ultimi rally.

Secondo trader e analisti anche se le nuove regole sulle svalutazioni riguardano solo i nuovi crediti dubbi generati a partire dall'1 gennaio 2018, la stretta sulla gestione degli Npl chiesta da Francoforte potrebbe influenzare anche gli stock esistenti. La Bce continuerà a chiedere alle banche con un alto livello di deteriorati di accelerare le loro cessioni, aggiungono alcuni analisti.

Alle 13,30 l'indice delle banche italiane perde il 2,3% a fronte di un calo dell'1,3% sia del paniere generale dei principali titoli di Piazza Affari FTSE Mib che dello Stoxx dei bancari europei.

Tra i singoli titoli Banco Bpm perde il 5,5%, Ubi Banca il 4,5%, Bper il 3,3%, UniCredit e Intesa Sanpaolo attorno al 2%. Fuori dal FTSE Mib, Creval cede il 4% e Carige il 2,3%.

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"Anche se le novità andranno ad impattare principalmente i nuovi flussi di Npl dal 2018 non si può non pensare che anche i vecchi deteriorati siano sotto pressione", commenta un trader. "Questa sorta di incertezza è motivo di realizzi dopo il forte rally messo a segno dal settore bancario e in una giornata di mercato penalizzata dalla crisi in Catalogna", aggiunge.

La Banca centrale europea chiederà agli istituti di credito della zona euro di portare al 100% gli accantonamenti sui crediti deteriorati di nuova classificazione a partire dal prossimo primo gennaio.

In particolare, prevede un meccanismo automatico di svalutazione totale in due anni dei crediti deteriorati unsecured e in sette anni per quelli secured. Nonostante queste linee guida non siano vincolanti le banche dovranno motivare qualsiasi scostamento rispetto alla nuova 'guidance' della Bce.

La nuova misura non interessa i crediti deteriorati dell'intera zona euro pari a quasi 1.000 miliardi di euro attualmente già nei bilanci bancari, su cui la sessione preposta alla vigilanza della Bce potrebbe presentare provvedimenti specifici entro la fine del primo trimestre dell'anno prossimo.

In Italia, secondo dati al primo trimestre, le banche hanno circa 263 miliardi di deteriorati coperti in media al 48,5%.

PERCORSO OBBLIGATO SU GESTIONE NPL

Secondo un'analista che preferisce non essere citata "la reazione del mercato non è giustificata in quanto si parla di nuovi flussi, ma la Bce mette nero su bianco che non ci si può comportare diversamente da quanto indicato nelle gestione degli Npl".

In particolare l'analista sottolinea che nell'addendum alle nuove linee guida la Bce esplicita che le banche devono adottare correttamente i principi contabili e che solamente in questo modo i nuovi meccanismi non avranno alcun impatto.

"Questo vuol dire che non c'è niente di nuovo se una banca si è comportata bene e in maniera prudente ma da questa linea non c'è più una via di scampo", aggiunge l'analista secondo cui le banche che hanno presentato recentemente i piani di smaltimento degli Npl non dovrebbero rivedere i loro programmi.

Un broker italiano ipotizza un aumento delle riclassificazioni dei crediti da performing a dubbi per fine 2017 in modo da non cadere nei nuovi criteri di accantonamenti automatici.

Per Equita Sim "in generale è una normativa che rischia di penalizzare le Pmi, che vedrebbero salire il costo del credito unsecured in modo significativo". Inoltre, aggiunge, "essendo uguale per tutti i Paesi non tiene conto della diversa durata delle procedure concorsuali. Se passasse questa linea sarebbe infine un ulteriore incentivo a dare in outsourcing il recupero crediti e cedere Npl".

(Andrea Mandalà)

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