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Biotestamento: ecco come funzionerà con la legge in approvazione

Il punto fondamentale è quello contenuto nel comma 5 dell’art. 1, dove si stabilisce che ogni persona capace di agire ha diritto di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario. (Credits – Getty Images)
Il punto fondamentale è quello contenuto nel comma 5 dell’art. 1, dove si stabilisce che ogni persona capace di agire ha diritto di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario. (Credits – Getty Images)

Sarà una delle ultime leggi che questa maggioranza proverà a far approvare in Parlamento. Rinviata più volte, con molte opposizioni anche all’interno delle forze di governo, la legge sul ‘fine vita’ è stata calendarizzata per oggi, giovedì 7 dicembre. Ma come funzionerà la legge sul Biotestamento quando – e se – avrà il via libera del Parlamento?

Il punto fondamentale è quello contenuto nel comma 5 dell’art. 1, dove si stabilisce che ogni persona capace di agire ha diritto di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario. È espressamente dichiarato che sono considerati trattamenti sanitari la nutrizione artificiale e l’idratazione artificiale. Questo significa che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo dal consenso libero e informato della persona interessata. Il medico, però, deve sempre adoperarsi per alleviare le sofferenze e garantire un’appropriata terapia del dolore.

Oltre alla libertà di scelta dei cittadini, la legge in approvazione al Senato rivoluziona il concetto di fine vita, anche se dal biotestamento è esclusa l’eutanasia. Il comma 2 dell’art. 2, infatti, prescrive che davanti a prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nelle cure ed evitare trattamenti inutili o sproporzionati. Non solo, perché in presenza di sofferenze refrattarie a trattamenti sanitari, il medico può ricorrere a sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente.

Come dicevamo, però, il rifiuto di un trattamento sanitario è legato al fatto che una persona sia “capace di agire”. Cosa succede, però, quando un paziente è in uno stato tale da essere incapace di autodeterminarsi? Chi decide per lui? Per questo nella legge sul biotestamento viene introdotto il Dat, cioè le volontà in materia di trattamenti sanitari che ciascun maggiorenne capace di intendere e volere può esprimere in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi. Il medico è tenuto al rispetto delle Dat, ma possono essere disattese se, in accordo col fiduciario (scelto dal paziente e che ne fa le veci e lo rappresenta con medico e strutture sanitarie), si ritenga che appaiono palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente ovvero sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione.