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Brexit: l’inizio della fine?

Il Regno Unito ha deciso: non sarà più parte dell’Unione Europea. In seguito a questa storica decisione, la Sterlina è crollata ai minimi degli ultimi 31 anni in quello che rappresenta il più forte deprezzamento in una singola giornata della moneta inglese. Il primo effetto concreto che Cameron ora dovrà affrontare sono le conseguenze delle ingenti vendite verificatesi anche sui bonds inglesi che hanno spinto al rialzo i rendimenti. Questo significa che ora il Regno Unito dovrà pagare interessi più alti per finanziarsi.

Il movimento del Pound è stato impressionante: GbpUsd si è arrivato a toccare i massimi del 2016 oltre alla soglia di 1.50 sostenuto dagli ultimi sondaggi che davano in vantaggio i pro-stay, ma sono bastati i primi opinion polls chela valuta inglese è stata investita da una pioggia di vendite che hanno fatto precipitare il cambio a quota 1.3228: non si è mai visto un movimento cosi ampio da quando, nei primi anni 70, è stato introdotto l’attuale sistema di libera fluttuazione delle valute.

L’oscillazione è stata addirittura maggiore del “Black Wednesday” del 1992, giorno in cui George Soros mise con le spalle al muro la Bank of England.

L’alta volatilità non ha, naturalmente, colpito solamente la Sterlina, ma tutti gli assets denominati in GBP che hanno raggiunto dei picchi impressionanti nelle loro oscillazioni: per fare un esempio i futures sulla borsa inglese sono in negativo di oltre il 7%.

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I capitali in uscita dagli assets denominati in GBP sono in cerca di porti sicuri ed in gran parte sono già stati attratti da bonds governativi americani, i cui rendimenti sono invece crollati data l'elevata domanda. Gli altri principali beneficiari sono stati l’oro e lo Yen, con il governatore Kuroda e tutta la Bank of Japan, sicuramente non contenti che lo Yen venga considerato un bene rifugio.”

Ci si inizia anche a domandare se Mark Carney e la Bank of England saranno chiamati ad intervenire per riportare stabilità e certamente da Londra staranno monitorando l’evolversi della situazione con estrema attenzione.

Fuori dal Regno Unito, come ipotizzabile, le voci dei contrari all’UE si sono già alzate in un coro di esultanza che va dall’Italia, alla Francia abbracciando tutti quesi paesi nei quali sono presenti movimenti “euroscettici” e che ora alzeranno la voce reclamando il proprio turno per scegliere se rimanere o meno parte dell’Unione.

Autore: Bonetti Financial Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online