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Electrolux, per azienda investimenti fino a 2017 se garantita decontribuzione su contratti solidarietà

Un passante davanti alla vetrina di un negozio Electrolux. REUTERS/Ints Kalnins (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Electrolux è pronta a investire in Italia fino al 2017, Porcia compresa, se sarà garantita la decontribuzione dei contratti di solidarietà, ha ribadito oggi l'Ad per l'Italia, Ernesto Ferrario. "Il 17 febbraio presenteremo il piano industriale per le quattro fabbriche. Il problema principale che continua a essere sul tavolo è la riduzione del costo del lavoro. C'è una convergenza verso la decontribuzione della solidarietà, misura varata fino al 2005 dal governo, poi non più rifinanziata. È disponibile e va sostanzialmente rifinanziata", ha detto Ferrario nel corso di una audizione parlamentare. "Siamo tutti d'accordo che questa tipologia, che non intacca il salario, è più semplice e facilmente implementabile. A fronte di questo, ci sono investimenti disponibili e piani di lungo periodo per tutte le fabbriche italiane. Abbiamo intenzione di varare piani fino al 2017", ha aggiunto l'Ad. Il 17 febbraio è previsto un nuovo incontro al ministero per lo Sviluppo economico con sindacati e Regioni, in cui la multinazionale svedese degli elettrodomestici presenterà il piano industriale per tutti gli stabilimenti, a differenza del precedente che non menzionava il destino del sito friulano che produce lavatrici ed impiega 1.200 persone su circa 6.200 occupate in Italia. L'Ad ha ricordato che negli ultimi 5 anni gli investimenti in Italia sono stati pari a 250 milioni, di cui 150-170 relativi all'innovazione, mentre per i prossimi 3 anni il piano di investimenti ammonta a 150 milioni. Per l'anno in corso, il gruppo prevede in Europa una crescita pari allo 0,5%. "Il sesto di crescita piatta, con una decrescita in Europa occidentale", bilanciata dall'Est, ha detto il manager. PORCIA PRODUCE ALTO DI GAMMA MA MERCATO E' FIACCO Rispondendo ad alcune domande dei senatori, Ferrario ha spiegato che la produttività degli impianti polacchi nel corso degli anni si è avvicinata a quella italiana tanto che oggi le ore spese per fare un prodotto in Polonia sono 0,83, a fronte di 0,85 a Porcia. Anche la velocità di produzione è simile, con 95 pezzi/h a Porcia e 115 in Polonia. A chi faceva notare che sarebbe opportuno focalizzare a Porcia l'alto di gamma, Ferrario ha risposto che "sostanzialmente lo fa già con pezzi che costano intorno a 500 euro. Produce al 90% free standing, il 10% a incasso soprattutto per l'Inghilterra. In Europa però il 70% dei volumi è sotto i 400 euro, l'acquisto della lavatrice scende verso fasce più basse di prezzo". Electrolux produce in Italia per l'80% per l'estero, e per il 20% per l'Italia. Dunque, "la contrazione del mercato interno è significativa ma non è il problema principale che abbiamo oggi", ha spiegato l'Ad ricordando che la produzione di elettrodomestici in Italia oggi è di 15 milioni di pezzi, come quella del 1987. "Il picco massimo c'è stato negli anni 90 quando si producevano 30 milioni di pezzi. Da allora c'è stato un declino su base annuale che ha portato oggi ai livelli di 25 anni fa". Il manager ha infine ribadito di non avere intenzione di lasciare l'Italia, né di "arrivare al costo del lavoro polacco", ma in Italia il costo del lavoro aumenta "del 3% all'anno da decenni e ogni anno perdiamo 1-1,5 euro rispetto ai competitor che stanno in altri paesi". "Non essendoci misure che riducono il costo lavoro dobbiamo aumentare la produttività. Veniamo da 5 anni di volumi piatti, il mercato ha perso il 15% in un anno e da lì non si è più mosso. Cinque anni fa Samsung era un puntino all'orizzonte, ora è il competitor più aggressivo", ha concluso Ferrario. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia