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Italia sale in classifica per competitività manifatturiero, è 28esima

Nella fabbrica Maserati di Torino. Foto del 30 gennaio 2013. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

MILANO (Reuters) - L'Italia sale di quattro gradini, al ventottesimo posto, nella graduatoria globale della competitività del settore manifatturiero del 2016, elaborata da Deloitte. Lo studio 'Global manufacturing competitiveness index' -- condotto dal Deloitte Center for Industry Insights in collaborazione con lo US Council on Competitiveness e basato su interviste a 367 capi d'azienda in 49 paesi -- vede l'Italia guadagnare posizioni rispetto al ranking mondiale stilato nel 2013. Nello scorso triennio, si rileva, l'Italia ha "registrato segnali di ripresa, anche grazie alla sempre più forte interconnessione tra industria e servizi oltre che alla frammentazione internazionale della produzione che favorisce gli scambi di beni e servizi intermedi". Lo studio prevede tuttavia che nel 2020 l'Italia tornerà a perdere posizioni in classifica, scendendo dalla ventottesima alla trentesima. "A livello internazionale le percezioni sul futuro della manifattura italiana sono però ancora incerte a causa soprattutto della contrazione di investimenti e consumi interni e del complesso sistema regolamentare che rappresentano alcuni tra i principali drivers di competitività nel futuro", spiega Valeria Brambilla, partner di Deloitte e promotrice del report. "Per i CEO intervistati la perdita di competitività da qui al 2020 non riguarderà solo l'Italia ma in generale la maggior parte dei Paesi europei". A guidare la classifica ci sono, dalla prima alla decima posizione, Cina, Stati Uniti, Germania, Giappone, Corea del Sud, Gran Bretagna, Taiwan, Messico, Canada e Singapore. Ma le previsioni al 2020 indicano che gli Stati Uniti scalzeranno la Cina dalla vetta della classifica. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia