Legge elettorale, slitta ok Camera, resta nodo donne

di Roberto Landucci ROMA (Reuters) - La composita maggioranza che sostiene la riforma elettorale tiene nei voti segreti in corso alla Camera, ma l'ok finale di Montecitorio sul provvedimento dovrebbe arrivare non prima di lunedì prossimo. Non c'è ancora accordo, invece, sugli emendamenti che prevedono parità di genere nelle liste e il nodo sarà affrontato probabilmente all'ultimo giorno. Il posticipo alla prossima settimana è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, con il voto contrario del Pd. L'aula proseguirà le votazioni sul provvedimento fino a mezzanotte, ma non domani, per permettere ai deputati di Fratelli d'Italia - il piccolo partito di destra di Ignazio La Russa e Giorgia Meloni - di partecipare al loro congresso. La maggioranza favorevole alla legge, che comprende oltre a forze che sostengono il governo - Pd, Ncd, Per l'Italia e Scelta civica - anche Forza Italia, sta reggendo, sia pure con qualche sbavatura, alle temute prove di voto segreto. Lo scarto più stretto si è avuto sull'emendamento che prevedeva una soglia di sbarramento più bassa del 4,5%: 292 voti contrari, 237 a favore. Mariastella Gelmini di Forza Italia ha sottolineato che i soli voti della maggioranza di governo non sarebbero sufficienti a far passare il provvedimento, sottolineando l'importanza decisiva dell'apporto di Fi. Scelta Civica cerca ancora spazio per modificare la legge, soprattutto su quote di sbarramento e premio di maggioranza, e in una nota ha detto che il ministro per i Rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi avrebbe aperto a modifiche ma solo durante il prossimo passaggio al Senato. NAPOLITANO: "ADEGUATO SOSTEGNO", POI SUO "ATTENTO ESAME" Il principale propugnatore di una riforma elettorale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha risposto oggi con un comunicato alle richieste di intervento per stigmatizzare presunte incostituzionalità del disegno di legge. Napolitano auspica "la conclusione positiva su basi di adeguato consenso parlamentare" della legge. E ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che lui non ha "altro ruolo da svolgere che quello della promulgazione, previo attento esame, del testo definitivamente approvato dalle Camere". La maggioranza per la riforma ha trovato questa mattina un accordo sulla delega al governo per definire i nuovi più piccoli collegi elettorali, come ha detto il relatore del provvedimento, Paolo Sisto di Fi. Non altrettanto è avvenuto per gli emendamenti sulla parità tra uomini e donne nelle candidature. Il partito di Berlusconi è contrario e sta facendo pressione sulle sue deputate che hanno sottoscritto gli emendamenti affinché ritirino le loro firme. Il disegno di legge, più volte rimaneggiato, è il risultato di un compromesso che prevede un nuovo sistema di elezione solo per la Camera dei deputati con sbarramento e premio di maggioranza, mentre il Senato verrebbe eletto con il diverso sistema proporzionale uscito dalla sentenza della Consulta dello scorso dicembre, in attesa della sua sostanziale abolizione promessa dal premier Matteo Renzi con una modifica della Costituzione. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia