Limiti alle antenne e permessi: i nodi della corsa al 5G
L’asta per le frequenze 5G si è conclusa con rilanci oltre le attese. Le compagnie telefoniche riceveranno le chiavi delle frequenze del 5G a gennaio 2019. Al momento non ci sono ancora sul mercato smartphone e modem progettati per le reti mobili di quanta generazione, arriveranno tra circa sei mesi.
L’asta
L’asta per le frequenze è costata a Tim, Vodafone, Iliad, Wind Tre e Fastweb, circa 6,5 miliardi di euro. Adesso le società devono organizzare lo sviluppo dei servizi 5G. L’obiettivo è occupare prima della concorrenza le caselle più remunerative per rientrare quanto prima dei costi sostenuti. Entro fine anno l’acconto costerà a Tim 480 milioni di euro, a Vodafone 475 milioni, secondo le stime di Wired, a Iliad 143 milioni.
I nodi da sciogliere
La prima incognita sono i tempi di sviluppo della rete, ormai pronta per lo sviluppo commerciale. “A breve sia i consumatori che le industrie potranno beneficiare dei vantaggi derivanti dall’adozione della quinta generazione di reti mobili”, ha ricordato di recente l’amministratore delegato di Ericsson in Italia, Federico Rigoni.
Le scadenze
Prima devono arrivare i telefoni. “Nella seconda metà del prossimo anno, con l’arrivo degli smartphone equipaggiati con la nuova tecnologia verso giugno, ci saranno le prime coperture in alcune città”, spiega Elisabetta Romano, responsabile tecnologia di Tim. Lo sviluppo partirà dalla frequenze 3,6 megahertz (mhz) e 26 gigahertz (Ghz). “Copriremo servizi nuovi e rafforzeremo la banda ultralarga mobile per i consumatori”, aggiunge Romano.
Le sperimentazioni
Tim ha avviato test a Torino, dove ha mostrato la guida a distanza di un’auto grazie al 5G, a San Marino, Bari e Matera. Nel complesso, sperimentazioni sulle reti 5G sono in corso in nove città. Milano è la città dove Vodafone sta facendo le sue prove. “Il trial su Milano è impegnativo”, commenta Fabrizio Rocchio, direttore tecnologia di Vodafone. I 41 test vanno dalla sanità, alla sicurezza, dall’energia alla mobilità. Ora il punto è coordinare licenze e messa a terra dei test.
I limiti elettromagnetici
Le compagnie chiedono anche certezze sui tempi di rilascio dei permessi. Sul tavolo dei ministri dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e della Salute, Giulia Grillo, è giunto il dossier sui limiti delle emissioni elettromagnetiche delle antenne. Le telco vorrebbero che i limiti fossero aumentati, soprattutto nella grandi città.
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