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Le città in cui è più facile fare impresa

Si deve fare di più, per l’Italia che vuole fare impresa. E a breve, sarà il prossimo parlamento eletto, nuovo di zecca, a doverci pensare, ispirandosi magari al report annuale della Banca Mondiale, stilato in collaborazione con l'International Finance Corporation, Doing business in Italia 2013.
Uno studio che analizza lo stato dell’impresa in Italia monitorando, attraverso indicatori specifici, le performance attuali, paragonate anche al passato, ma anche il contesto normativo e i suoi progressi per capire quali sono le buone pratiche in atto e quelle che mancano all’appello. Il nostro Paese, che si posiziona al 73 esimo posto del report Doing Business 2013, resta al palo nell’ambito delle licenze edilizie e dell’applicazione dei contratti e si confronta anche con un’eccessiva disparità di normative amministrative, legate alle singole realtà dei territori. Lo svela anche la comparazione, presente nel rapporto, tra tredici città e sette porti italiani sulla base di cinque indicatori fondamentali per le piccole e medie imprese: avvio d’ impresa, ottenimento dei permessi edilizi, trasferimento di proprietà immobiliare, risoluzione di dispute commerciali e commercio transfrontaliero marittimo. Anche se nessuna città eccelle in tutti gli indicatori, le buone pratiche esistono e vanno indagate. Quali sono le top five italiane?