Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 5 hours 12 minutes
  • FTSE MIB

    34.244,35
    +304,60 (+0,90%)
     
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,95
    +0,38 (+0,45%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.016,91
    +619,95 (+1,04%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.391,67
    -4,87 (-0,35%)
     
  • Oro

    2.360,50
    +18,00 (+0,77%)
     
  • EUR/USD

    1,0739
    +0,0006 (+0,05%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.968,80
    +29,79 (+0,60%)
     
  • EUR/GBP

    0,8575
    +0,0001 (+0,01%)
     
  • EUR/CHF

    0,9791
    +0,0006 (+0,06%)
     
  • EUR/CAD

    1,4658
    +0,0009 (+0,06%)
     

Parlamentari: i tagli agli stipendi? Li decideranno da soli

Enrico Giovannini ha gettato la spugna: il presidente dell'Istat, a capo della commissione chiamata ad allineare gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli dei colleghi europei, ha rinunciato all'impresa. Troppe le norme da prendere in considerazione, e spesso in contraddizione tra loro, per poter arrivare a una proposta sensata. Questa la sua analisi: proviamo a capire cosa cambierà e come.

Economia a picco, costo della politica in alto

Un dato è certo: in nessun Paese europeo l'indennità dei parlamentari è elevata come in Italia:
11.283 euro per un deputato e 11.550 euro per un senatore. In Francia e Germania la retribuzione è più bassa di circa il 40%. Insomma, in un Paese considerato tra i più a rischio sul fronte del debito pubblico come il nostro, e a fronte di una disoccupazione crescente, i parlamentari non se la passano male.

Il Paese del Gattopardo

Tutto chiaro dunque? Niente affatto perché, a fronte di dati chiari, dalle stesse aule parlamentari sono partiti i distinguo: si è fatto notare che la tassazione in Italia è più pesante che altrove (come se la cosa non fosse valida per gli stipendi, ben più contenuti, dei normali lavoratori), poi che il dato sull'indennità è parziale; andrebbe considerata anche la diaria, che secondo alcuni da noi è meno generosa che altrove, e comunque viene calcolata diversamente, tanto da rendere difficile il confronto. Come se non bastasse, il lavoro della Commissione Giovannini è stato complicato da una serie di paletti imposti al tentativo di confronto e alla fine si è arrivato al risultato più atteso (forse sperato). Nulla da fare: il confronto è impossibile.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Chi controlla i controllori?

Cosa succede ora? Il Governo ha preso atto della decisione assunta dal capo dell'Istat e fa sapere che "proseguirà la propria azione nell'obiettivo di giungere a una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche". Fatto sta che ora la passa al Parlamento, che in sostanza dovrà decidere sul proprio conto e, dati i precedenti, c'è da essere poco ottimisti.