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In attesa della decisione della BCE, l’euro giunge in soccorso del dollaro

La sessione odierna è praticamente priva di dati rilevanti. Pertanto, l’attenzione dei mercati si concentra sulla tanto attesa decisione della Bce sulla politica monetaria, prevista per la giornata di domani, e, ancor più, sulla conferenza di Draghi. La Bce è al centro dell’attenzione, mentre la Fed adotta un approccio maggiormente da colomba.

Alla chiusura della sessione di martedì, l’euro è salito a 1,1554$. Il rialzo è stato causato dal deprezzamento del dollaro e dal sentimento dei mercati nei confronti della politica monetaria. Al momento, la divergenza tra la Bce e la Fed pare, dunque, favorire l’euro.

L’attesa per la conferenza stampa della Bce è veramente elevata, dato che l’Eurotower deve ancora comunicare una risposta definitiva sulla tempistica della manovra restrittiva.

Se si considerano le condizioni economiche, le quotazioni attuali sono certamente comprensibili. La crescita degli Stati Uniti è, infatti, modesta, mentre l’Eurozona continua a dare segni di ripresa. Tuttavia, affinché l’euro superi gli 1,15$, i mercati devono essere convinti che Francoforte innalzerà i tassi, più prima che poi.

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Alla redazione di questo articolo, l’euro perdeva lo 0,17% per scendere a 1,15345$ dopo avere raggiunto il massimo intragiornaliero a 1,1557$ durante la sessione asiatica. Tale ribasso è stato originato dalla ripresa degli acquisti di dollari, seguiti al netto ribasso subito dalla valuta statunitense. Inoltre, il deprezzamento della moneta unica europea deriva dal nervosismo per la decisione della Bce e per la successiva conferenza stampa.

Nella giornata di oggi, considerata l’assenza di dati rilevanti sull’Eurozona e sul Regno Unito, la sterlina dovrebbe rimanere vincolata alla gamma di oscillazione in attesa dei dati sulle vendite al dettaglio, che verranno diffusi nella giornata di domani. I risultati dovrebbero fornire ai mercati ulteriori indicazioni sulle decisioni che potrebbero essere prese alla prossima riunione del Comitato per la Politica Monetaria, che si terrà ad agosto. Intanto, i dati sull’inflazione vanno ad aggiungersi alla confusione.

Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot guadagnava lo 0,21% per salire a quota 94,799. Tale rialzo è stato sostenuto dal deprezzamento dell’euro.

Ultimamente, si è molto discusso della mancata approvazione della riforma del sistema sanitario negli Stati Uniti. Ciò considerato, i mercati escludono ormai l’approvazione della riforma del sistema tributario e di altre proposte di Trump. Tuttavia, i mercati devono essere consapevoli che l’attuale amministrazione repubblicana è più favorevole alle imprese dei governi precedenti. Inoltre, rappresentati e senatori del Partito Repubblicano devono pur dimostrare agli elettori la loro capacità di agire prima della fine dell’anno, in particolare se si considerano i deludenti dati sull’economia degli Stati Uniti.

Non molto tempo fa, Paul Ryan, il presidente della Camera dei Rappresentanti, aveva affermato che la riforma del sistema tributario sarebbe stata approvata prima della fine dell’anno. Con il deprezzamento del dollaro e la lenta crescita dell’economia, potrebbe essere rischioso puntare contro la valuta degli Stati Uniti e considerare completamente incapace l’amministrazione Trump, che rimarrà in carica quattro anni.

I dati sugli Stati Uniti, che verranno pubblicati nel pomeriggio, sono limitati a quelli sulle licenze edilizie e sui nuovi cantieri abitativi per il mese di giugno. Dopo la delusione di aprile e maggio, i risultati dovrebbero avere effetti positivi sul dollaro. I dati del settore edilizio sono considerati un barometro dell’economia degli Stati Uniti e della fiducia dei consumatori. A ogni modo, le letture non dovrebbero influire sulla politica monetaria. Pertanto, un rialzo del dollaro nel secondo trimestre non appare affatto scontato.

This article was originally posted on FX Empire

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