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Aziende ricorrono alla formazione in-house per colmare gap competenze

Cantiere navale di Fincantieri

di Giulia Segreti

ROMA (Reuters) - Dopo anni di lavoro precario come bracciante agricolo in un'azienda di agrumi, Federico Olivieri, 29 anni, non poteva crederci quando vicino a casa sua, in Sicilia, Webuild ha aperto un enorme cantiere offrendo formazione per i numerosi lavori specializzati richiesti.

Il programma promosso da Webuild fa parte di un numero crescente di "scuole" gestite e finanziate dalle aziende con l'obiettivo di colmare i grandi vuoti occupazionali dovuti allo discrepanza tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste.

"Abbiamo affrontato il problema in maniera proattiva investendo per mettere in piedi un sistema dedicato. C'è esigenza di disporre di persone e competenze che non sono disponibili sul mercato del lavoro. Se non esistono le creiamo noi stessi ", ha detto a Reuters Gianluca Grondona, Chief HR, Organization & Systems Officer di Webuild, a proposito del programma del gruppo, lanciato a novembre.

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Il skill mismatch è un problema internazionale, ma per l'Italia, con il tasso di occupazione più basso dell'Ue e una produttività che ristagna da più di due decenni, è un problema grave.

Nonostante l'ampio numero di disoccupati e inattivi, il tasso di posti vacanti si è attestato al 2,5% nel primo trimestre del 2024, in linea con la media dell'Ue, come mostrano gli ultimi dati Eurostat. Nello stesso periodo, il tasso di posti vacanti era pari al 2,8% e in Francia e allo 0,9% in Spagna.

Le scuole e gli istituti professionali sono meno numerosi e ambiti in Italia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, ha evidenziato il think tank Prometeia in uno studio pubblicato a giugno, e anche quelli che esistono non riescono a formare gli studenti adeguatamente.

Allo stesso tempo, secondo Prometeia, troppi giovani continuano a studiare materie meno richieste dal mercato, come quelle umanistiche.

Il problema si è aggravato con il rapido sviluppo delle nuove tecnologie, in un momento in cui il Paese sta investendo molto in progetti infrastrutturali sostenuti dal Pnrr, per un valore totale di circa 200 miliardi di euro.

Grandi aziende come Webuild, Fincantieri e Ferrovie dello Stato (Fs) stanno prendendo in mano la situazione.

Oltre alle offerte di tirocinio, ad esempio, Fs collabora con università e scuole per offrire agli studenti corsi più mirati.

"Quando un'azienda cambia, si modificano anche le competenze e abbiamo bisogno di capacità specifiche, in particolare quando si tratta di lavori basati legati al digitale e all'intelligenza artificiale", ha detto Adriano Mureddu, Chief Human Resources Officer del gruppo Fs.

NUOVE OPPORTUNITA'

Negli anni passati, Olivieri, diplomato all'agrotecnico, ha dovuto accettare una serie di contratti poco stabili e non sempre ben pagati, nel contesto di un settore agricolo in crisi a causa delle importazioni di agrumi a basso costo.

Quest'anno si è iscritto al programma di Webuild e ora lavora nel cantiere di Trappitello, vicino Taormina, nella squadra dell'assemblaggio della Tbm, la cosiddetta talpa meccanica.

"I corsi sono buonissimi. Sono una grandissima occasione per chi ha la volontà... non si può perdere un'occasione simile", ha detto.

Delle 10.000 nuove assunzioni previste nei prossimi tre anni, Webuild conta di selezionare circa 3.000 persone dai propri corsi formativi. Le scuole sono strategicamente vicine ai cantieri del gruppo, molti nelle regioni meridionali dove il tasso di disoccupazione è più elevato.

Lorenzo Esposito Corcione, 19 anni, originario della Liguria e diplomato nel 2023 all'istituto nautico, è ora addetto alla conduzione di impianti navali nel cantiere di Monfalcone. E' una delle 80 persone assunte da Fincantieri dopo essere state formate nell'ambito del programma "Maestri del mare", lanciato otto mesi fa. Per il programma sono arrivate 17.000 candidature.

"E' sempre stato il mio sogno, senza l'aiuto di questo corso non sarei qui", ha detto Esposito Corcione a Reuters alla fine del suo turno di lavoro.

"C'è un mondo tra quello che ho studiato e quello che si fa qui", ha concluso.

PROBLEMA DI NUMERI

L'Italia deve affrontare un problema non solo di competenze, ma anche di numeri. Ha una delle popolazioni più anziane al mondo e uno dei tassi di natalità più bassi tra i Paesi Ocse con 1,2 figli per donna, mentre i baby boomer degli anni '60 vanno in pensione.

Ciò significa che nei prossimi cinque anni l'Italia avrà bisogno dai 3,1 ai 3,6 milioni di nuovi lavoratori, secondo le stime del gruppo imprenditoriale Unioncamere.

Entro il 2050, l'Italia avrà quasi cinque milioni di persone in meno, e più di un terzo di queste avrà più di 65 anni, secondo le previsioni Istat. C'è un forte bisogno di giovani in una serie di settori, dall'edilizia al turismo, fino all'agricoltura.

Nonostante la retorica anti-immigrazione, l'anno scorso il governo ha aumentato le quote di visti di lavoro per i cittadini extracomunitari a 452.000 per il periodo 2023-2025, con un incremento di quasi il 150% rispetto ai tre anni precedenti.

Negli anni l'Italia ha attirato lavoratori da altre parti dell'Ue, nonostante i suoi salari relativamente bassi, ma questo non ha aiutato a risolvere il suo deficit di competenze.

Per ora, le scuole e i corsi di formazione offerti dalle grandi aziende stanno attenuando il problema, offrendo opportunità preziose a persone come Pasquale Infante, 28 anni, originario della Campania, diplomato perito meccanico. Ora è addetto alla conduzione di impianti navali a Marghera.

"Sicuramente (questi corsi) sono una cosa positiva sia per le aziende che per i lavoratori. E' meglio che trovarli già formati. Formandoli da sé (le aziende) sanno cosa gli stanno insegnando", ha detto.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)