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Banca centrale europea accetta green bond come garanzia per QE: svolta

L’Europa e le sue istituzioni provano a dare un segnale di conversione alla finanza sostenibile sempre più forte e così la Banca centrale europea (BCE) annuncia che dall’1 gennaio 2021 accetterà i green bond come garanzia anche per le operazioni di politica monetaria legate ai piani di quantitative easing (QE).

I green bond dovranno però avere dei requisiti molto chiari, dovranno essere effettivamente legati a una iniziativa a sostegno dell’ambiente e/o di progetti di investimento volti alla riduzione dell’impronta ecologica delle imprese.

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La BCE accetterà i green bond anche per le operazioni di credito dell’Eurosistema.

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Non una totale novità perché l’Eurotower da anni accetta questo tipo di obbligazione, ma non lo aveva ancora mai fatto per delle operazioni di quantitative easing.

Quali obiettivi dovranno soddisfare i green bond?

La BCE spiega che i green bond dovranno essere collegati a target di performance che si riferiscono a uno o più degli obiettivi ambientali previsti dalle regole dell’Unione Europea o a uno o più degli obiettivi dello sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite, come quelli previsti dall’Agenda 2030 ad esempio che stabiliscono delle precise iniziative di investimento per combattere il cambiamento climatico e la distruzione dell’ambiente.

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Segnale forte pro finanza sostenibile

Oltre ad ampliare l’universo delle attività negoziabili idonee, la BCE vuole lanciare un segnale chiaro a favore del contrasto al cambiamento climatico.

Con questa apertura la BCE vuole mostrare il sostegno dell’Eurosistema all’innovazione nel settore della finanza sostenibile.

Esattamente un anno fa durante l’Assemblea generale della Nazioni Unite, 130 banche mondiali avevano firmato un protocollo d’intesa sulla finanza sostenibile alla presenza del segretario generale dell’ONU Guterres.

Rafforzamento del mercato dei green bond

Secondo Teleborsa l’iniziativa favorirà l’ampliamento del mercato dei green bond che al momento ha un valore complessivo globale di circa 34 miliardi di emissioni.

La scelta si pone anche in linea con gli obiettivi già menzionati dell’Agenda 2030 dell’ONU e rafforza anche il Green deal europeo che il nuovo piano Next Generation EU dovrebbe attuare nei prossimi anni con ingenti finanziamenti economici.

 

L’impatto del cambiamento climatico sull’economia globale e locale, è ormai chiaro a tutti e non si può più fare finta di niente. La finanza ha risposto e lo ha fatto anche ad alto livello come dimostrato dal fondo BlackRock e dal suo CEO Larry Fink ad inizio di quest’anno, e poco prima che la pandemia esplodesse in tutta la sua drammaticità.

E se compagnie come Eni hanno deciso di approvare un piano industriale al 2050 che prevede la sostituzione del petrolio con il gas naturale (obiettivo 85% entro quella data), e l’Enel intende chiudere le centrali a carbone italiane entro il 2025, qualcosa vorrò pur significare.

In altri settori come quello aereo Airbus progetta aerei a corto raggio con propulsori a idrogeno che entreranno in funzione a partire dal 2035, mentre Boeing ha testato con Etihad airlines un nuovo combustibile 50% tradizionale e 50% derivato dagli scarti agricoli.

This article was originally posted on FX Empire

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