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Bitfinex: approfondimento sulla banca centrale delle criptovalute

Due giorni fa parlavamo di Tether.

Come dichiarato in quell’occasione, avremmo approfondito la trattazione sulla criptomoneta in questione arricchendola con un approfondimento su Bitfinex, la società che concretamente emette tale token.

È bene andare con ordine.

Bitfinex è il principale exchange al mondo in materia di criptovalute.

Fondato nel 2012 a Hong Kong e di proprietà di iFinex Inc., gestisce il 10% delle transazioni globali.

Tale piattaforma rileva nell’analisi criptovalutaria riguardo Tether perché emette tale token.

Più volte chiamata come banca delle criptovalute, Bitfinex non convince appieno regolatori e affini perché oltre a stampare moneta digitale (Tether per l’appunto ndr), vanta lo stesso management di Tether Limited, la società che detiene le riserve del token cripto.

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Oltre la controversia con Wells Fargo, in merito alla quale il colosso bancario USA tolse all’exchange la possibilità di effettuare bonifici nell’aprile 2017, sono diverse le attenzioni istituzionali guadagnate dalla società di Jan Ludovicus van der Velde.

In primo luogo, una delle critiche mosse a Bitfinex è quella di avere una struttura non chiara, contingenza resa ancor più cogente dall’esigenza di trasparenza, in seno al mercato cripto, da parte di Governi ed enti di controllo.

A questo si aggiunge un episodio spiacevole verificatosi nel 2016, quando un robusto attacco hacker colpisce Bitfinex.

Alcuni black hat prelevano ben 70 milioni di dollari da portafogli vari. Immediata la risposta del board: le perdite saranno spalmate sui depositi dei clienti di tutto il mondo, in modo tale da alleggerire le singole perdite.

A tale misura segue un’altra azione, ovvero quella di lanciare un token che rappresenti i soldi andati perduti nell’attacco hacker con l’obiettivo di un futuro rimborso. Successivamente i token diventano due.

Il primo token può essere convertito in azioni iFinex mentre il secondo è scambiabile sulla piattaforma Bitfinex.

I prezzi dei due token scendono rapidamente.

Si rincorrono voci per le quali non meglio precisati interventi dall’alto abbiano indirizzato l’andamento di acquisto dei token a prezzi bassi per ridurre l’entità dei rimborsi e quindi abbassare il flusso risarcitorio promesso dalla società.

Al malcontento della community Bitfinex si aggiunge il legame che questa vanta con alcune banche site a Taiwan: Kgi Bank, Taishin Bank, First Commercial Bank e Hwatai Commercial Bank.

La partnership tra Bitfinex e questi istituti di credito si concretizza nel servizio di trasferimento offerto da queste ultime: ogni cliente di Bitfinex che voglia comprare Bitcoin deve effettuare un bonifico presso queste quattro banche.

I rapporti di cui sopra sono apparsi poco chiari e così alcuni colossi bancari stelle e strisce hanno apposto il divieto a collegamenti con i conti ivi depositati.

Quanto affermato sopra ci fornisce l’assist per ricollegarsi alla causa accennata in via introduttiva con Wells Fargo.

Come anticipato, la seconda banca americana per depositi decide di vietare l’operatività bancaria per i clienti USA sulla piattaforma Bitfinex.

Subitaneo ricorso di Bitfinex alla Us District Court della California perché “Questo ci impedisce di continuare il business”, con curioso ritiro dalla causa in questione per motivi non specificati.

La risposta a quanto accaduto sopra è da ricercare nel fatto che l’operatività di Bitfinex non si sia interrotta, trovando nella banca popolare polacca Spoldzielczy con sede a Skierniewice un nuovo partner commerciale da cui attingere nuova linfa.

Va da sé che con una storico di questo tipo sia difficile che una piattaforma, seppur leader di mercato come Bitfinex, non desti più di qualche perplessità in ordine a tematiche come trasparenza, influenza sul mercato, sicurezza e chi più ne ha più ne metta.

Domani il legame nel dettaglio tra Bitfinex e Tether e come questo possa influire sul Bitcoin.

This article was originally posted on FX Empire

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