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Bullish la view sulle Borse, ma si comprerà meglio più avanti

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gaetano Evangelista, amministratore unico di AGE Italia.
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Da qualche giorno è uscito il vostro Outlook per il 2017. Non rivelerò previsioni riservate, però dalla lettura sono stato colpito dallo scontro fra inflazione e deflazione, ben rappresentata da due azioni di nostra conoscenza.

Penso alluda a Unilever e Unicredit.
Certo, Unilever è una bond proxy, succedaneo di un titolo obbligazionario; sia per l’elevato dividend yield, da anni oscillante attorno ad un succulento 3%, sia per i bond che sono quasi equiparati a titoli di Stato.
Unilever ha goduto per anni dell’inflazione calante, per non dire della deflazione strisciante; così come Unicredit ne è stata penalizzata: perché questo contesto comprime i tassi di interesse e sacrifica i margini di intermediazione. In un contesto deflazionistico bisogna comprare la prima, e vendere la seconda: questa strategia dal 2007 ha funzionato benissimo.

Succede che da luglio il rapporto si è ribaltato: Unicredit sovraperforma Unilever. La convinzione a Piazza Cordusio non manca, ma non si può dire che l’inflazione abbia definitivamente vinto: come mostra il grafico, il rapporto Unilever/Unicredit si colloca ancora sopra il supporto dinamico.
Per cui l’inflazione avrà pur vinto una battaglia, ma non ha ancora vinto la guerra. Con tutto ciò che ne consegue in termini di allocazione di portafoglio.

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In questa prima parte del 2017 le Borse, tanto europee quanto americane, stanno mostrando qualche incertezza, pur mantenendo un’intonazione di fondo positiva al momento. Cosa si aspetta nel breve per i mercati azionari? Su quali consiglia di puntare ora?

Ci sono fondati motivi per ritenere che la borsa americana abbisogni di una pausa ristoratrice. Il sentiment degli investitori è rovente, mentre depresso risulta quello di chi punta sul reddito fisso. In effetti uno dei temi di inizio anno è quello di sovrappesare negli Stati Uniti i Treasury, e sottopesare Wall Street: fino a quando si riequilibreranno i rapporti di forza.

Dal punto di vista del sentiment la situazione è pressoché ribaltata rispetto ad un anno fa. Oggi i Tori sulla borsa sono il 63% del totale; i Tori sul T-Note sono il 20%; per una differenza netta di +43 punti. Un anno fa lo spread scese a -66 punti, e divenne un affare vendere titoli di Stato e comprare azioni. Oggi la situazione è opposto.
Sono bullish sul mercato azionario, ma penso che nelle prossime settimane si potrà comprare meglio.

A Piazza Affari il Ftse Mib si sta muovendo in laterale e sembra faticare dare un seguito al rally partito a dicembre. Si aspetta ulteriori progressi nel breve? Quali sono i livelli da tenere d’occhio ora?

Senza dubbio l’area compresa fra 19600 e 19900 punti di Ftse Mib. Tutti gli elliottiani sanno che qui raggiungiamo il target ideale di quello che, per comodità, etichettiamo come rally correttivo. Mi riferisco al rialzo iniziato a fine giugno.

Il problema per gli Orsi è che manca ancora una massimo alla sequenza rialzista: c’è convergenza fra quotazioni e momentum, così come c’era divergenza sul massimo di luglio 2015 e (positiva) sul minimo di giugno 2016.
Per cui sono portato a pensare che i massimi di questo mese alla lunga siano destinati ad essere superati. Si tratta anche qui di trovare il posizionamento ideale, prima del prossimo impulso ascendente.

Il petrolio si mantiene stabilmente al di sopra dei 50 dollari al barile, senza tuttavia ricevere una nuova spinta verso l’alto. Come leggere la fase attuale e quali le previsioni nel breve?

Siamo bearish sul petrolio da 55 dollari. Come si può intuire dal grafico, lì c’era una tripla proiezione tecnica e, insegnano i manuali, quando si raggiunge una resistenza bisogna vendere; salvo rivedere la posizione in caso di abbattimento.

In teoria siamo dalla parte della ragione. I fondi speculativi, tipicamente trend follower, sono vistosamente posizionati al rialzo, con oltre il 22% del mercato in loro mano. Una simile sovraesposizione in passato si è rivelata tossica, con le quotazioni del Crude Oil che si sono sbriciolate di lì a breve.

Ci dovremmo aspettare altrettanto pure questa volta. Ma sono un po’ innervosito dalla persistenza delle quotazioni sui correnti livelli. Bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza. Se superassimo i 55 dollari, si salirebbe fin sotto i 60 dollari. Più probabilmente, fino a 65 dollari.

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