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Ires, Irap e accise: il rincaro è servito

La tassa tartassa. Se il 2013 non è stato facile, non aspettatevi di trarre un sospiro di sollievo nel 2014: il nuovo anno sarà infatti bollente dal punto di vista dei rincari e degli aumenti delle imposte, soluzione amara ma obbligatoria dopo la decisione del governo di azzerare l'Imu. 

Pronti, si tassa. Servono infatti oltre 2 miliardi di euro per sopperire all'abolizione della prima rata dell'Imu, perciò si prende dove si può. Ad esempio, dagli acconti fiscali - Irpef, Ires ed Irap - tutti a rialzo.
Si parte con l'Irpef, aumentato del 100% per scongiurare l'aumento dell'Iva a giugno, anche se poi è stata comunque introdotta ad ottobre. Il 2 dicembre sarà così il giorno del pagamento dell'acconto, tranne per coloro "che hanno solo un reddito fisso da stipendio o pensione, anche se ha una casa di proprietà non affittata", scrive Il Sole 24 Ore.
Sempre lo stesso giorno, arriva l'acconto Ires per le imprese che sballa e arriva al 101%, trasformandosi in una sorta di prelievo forzoso.  Per dipendenti e lavoratori autonomi, il "vantaggio" sarà quello di poter calcolare il secondo acconto con il metodo «previsionale», cioè calcolandolo in base a quanto si prevede di incassare.

Irpef, Ires, ma anche Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, anch'essa in scadenza il 2 dicembre e aumentata del 100%. A pagarla saranno sia i contribuenti Irpef che Iras.
Tasse e rincari che viaggiano anche al di fuori del territorio nazionale: è il caso dell'Ivie e dell'Ivafe, imposte sui beni immobiliari e finanziarie all'estero. Anche in questo caso, scadenze e modalità - 2 dicembre e 100% - sono le stesse delle precedenti.

La sospensione dell'Imu porta necessariamente ad altri rincari. Così ecco prevedere accise su benzina, alcolici e tabacchi. Lo scorso 13 novembre il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato che si sta facendo il possibile "per scongiurare qualsiasi intervento che ricada sulle famiglie e sui cittadini”, come appunto l'aumento delle accise sulla benzina per coprire i mancati introiti non sopraggiunti dalla sanatoria con le societa di slot machine. L'incasso previsto dallo Stato era infatti di 600 milioni di euro, in realtà ne sono entrati soltanto 250 milioni, perciò bisognerà tamponare in altro modo.
Ad esempio, ancora, con l'aumento delle accise sul tabacco, decisione non ancora presa in maniera definitiva ma molto probabile. Un aumento pesante, di ben 40 centesimi in più a pacchetto nel 2014, che scenderà a 20 soltanto nel 2015. Un rincaro che serve al governo per il rifinanziamento della cassa integrazione. Sigarette, ma non solo: l'aumento colpirà infatti anche il tabacco trinciato, la cui accisa minima salirebbe dai 105,3 euro a chilogrammo a 115 nel 2014, 120 nel 2015 e 125 nel 2016,  per un aumento totale del 18,7%.

Un 2014 all'insegna del salutismo: si fumerà meno, si andrà a piedi e non si berrà birra. Aumenta la tassa sulla birra, cresciuta negli ultimi 10 anni del 70%: con gli aumenti previsti per il nuovo anno e per il 2015, si arriverà a pagare una birra ben 45 centesimi in più.
Consumatori ed aziende sono sul piede di guerra: l'accisa sulla birra, infatti, oltre a pesare nelle tasche di chi la beve, graverà anche sulle oltre 500 aziende di produzione e sulle migliaia di persone che lavorano nel settore.