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Italo, Montezemolo: pronta a espandersi in Europa dopo Ipo

Luca Cordero di Montezemolo durante l'intervista con Reuters nella sede di NTVa Roma. REUTERS/Max Rossi (Reuters)

di Agnieszka Flak

ROMA (Reuters) - Quando nel 2006 Luca Cordero di Montezemolo chiamò il suo amico Diego Della Valle suggerendogli di creare una società di treni ad alta velocità, l'imprenditore a capo di Tod's gli chiese se avesse bevuto.

Dodici anni dopo, Montezemolo, Della Valle e gli altri fondatori si preparano a portare Italo - Nuovo Trasporto Viaggiatori a Piazza Affari, con un'offerta pubblica di vendita sul 35-40% della società entro febbraio.

Ma la Borsa sarà solo l'inizio del viaggio: Italo, l'unico operatore europeo privato di treni ad alta velocità, vuole infatti esportare il proprio modello in altri Paesi europei, come Spagna, Francia e Germania.

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"C'è un boom del mercato dei treni in Italia, siamo alla vigilia dell'apertura del mercato europeo... questo è il momento giusto per farlo", spiega il presidente Luca Cordero di Montezemolo in un'intervista a Reuters.

"Nei prossimi anni i treni saranno estremamente importanti in Europa e il nostro modello di business può essere esportato molto facilmente altrove", aggiunge Montezemolo, che è anche uno dei fondatori del gruppo.

L'Unione Europea progetta di aprire le reti ferroviarie alla competizione e creare un singolo mercato a partire dal 2020, rendendo obbligatorie le gare e rimuovendo le ultime barriere strutturali e tecniche ai servizi transfrontalieri.

Gli analisti di settore la descrivono come la maggiore liberalizzazione dei trasporti da quella dei cieli una ventina di anni fa.

Italo spera di accappararsi una fetta di questo potenziale mercato ferroviario europeo, stimato crescere del 70% a 27,4 miliardi di euro entro il 2025, secondo i dati forniti da TRA Consulting.

In Italia Italo è riuscito a rompere il monopolio e a sottrarre circa un terzo del mercato a Ferrovie dello Stato.

Presto Italo inizierà a sondare il terreno anche in Europa. Intende cercare un partner, coinvolgere degli investitori chiave, inclusa una banca locale, ritagliandosi nella nuova entità un ruolo di azionista di minoranza in grado di fornire competenze.

"Non saremo noi a combattere la battaglia, saremo un azionista di minoranza... ma loro possono risparmiare tempo, evitare i nostri errori e potremo avere sinergie un domani", spiega Montezemolo.

Alcuni rappresentanti di società pubbliche e private europee hanno già incontrato Italo per studiare il suo modello, ha aggiunto.

Montezemolo sottolinea che Spagna, Francia e Germania potrebbero essere i prossimi obiettivi, nonostante le situazioni di monopolio.

"Progettiamo di muoverci e avere contatti molto presto in almeno uno o due Paesi", spiega.

In Germania diversi operatori hanno provato a sfidare Deutsche Bahn (DB) ma hanno fallito, spiega Michael Holzhey, analista di trasporti di ETC.

"(Italo) avrebbe bisogno di un partner locale con molti capitali, qualcuno che conosca il mercato molto bene e sia in grado di trattare con i politici e autorità di vigilanza", spiega Holzhey.

"Avrebbero bisogno di entrare con una flotta di almeno 13-15 treni per attaccare una delle rotte chiave e iniziare da lì", dice Holzhey. "Alla fine potrebbero realizzare profitti, ma ci sarà bisogno di pazienza perché richiederà anni e DB non starà a guardare".

Ma Montezemolo resta ottimista. Uno di questi giorni - spiega - andrà a trovare un amico e uomo d'affari spagnolo. "Questa volta gli parlerò di treni".

PRONTA ALL'IPO

La società questa notte ha annunciato di avere presentato domanda di ammissione a quotazione e di aver depositato in Consob il prospetto.

"Vendiamo circa il 40% per recuperare parte del nostro enorme investimento, ma restiamo con il 60% per avere una forte presenza nel futuro", spiega a Reuters Montezemolo.

I fondatori del gruppo hanno investito circa un miliardo di euro nell'attività.

Nell'Ipo le azioni saranno emesse in vendita da alcuni degli attuali azionisti.

"Non abbiamo bisogno di un aumento di capitale per finanziare i nostri piani industriali", spiega l'AD Flavio Cattaneo, aggiungendo di non avere piani per ridurre la propria quota del 5%.

I vertici del gruppo non hanno fornito commenti sulla possibile valutazione del gruppo, che ha un margine Ebitda di circa il 35%.

"Il mercato deciderà il prezzo. Se ci piace, la quotiamo, altrimente non abbiamo obblighi", spiega Cattaneo.

La scorsa settimana l'assemblea degli azionisti di Italo ha deliberato di autorizzare il cda all'acquisto e alla disposizione di azioni della società fino ad un massimo dell'1% del capitale per un esborso complessivo massimo fino a 20 milioni di euro. Valori che sembrano implicare una valutazione del gruppo prossimo alla ipo attorno a 2 miliardi di euro.

(Ha collaborato Mark Bendeich)

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