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Le nuove tendenze di consumo

Cosa significa oggi “innovazione”? E, soprattutto, possiamo farne a meno? C’è chi, pur riconoscendone l’utilità, in tempo di crisi la considera poco opportuna perchè eccessivamente costosa. Chi, al contrario, la ritiene un traino dell’economia e una chiave per uscire dalla recessione. E la pensano allo stesso modo gli imprenditori che hanno avviato progetti di medio-lungo termine in cui la componente innovazione non è stata considerata un costo da posticipare per tempi migliori, ma un vero e proprio incentivo per il business. Infatti le aziende che hanno registrato il miglior andamento nelle vendite sono proprio quelle che hanno inserito nel loro giro d’affari un numero importante di nuovi prodotti. L’innovazione, dunque, ripaga.

Una recente ricerca, “StepFwd in search for trends&innovation", condotta da Groupm media investment, sembra confermare questo approccio. L’indagine, relativa a un campione rappresentativo di 5.627 intervistati, ha intercettato gli atteggiamenti di consumo, i territori di innovazione, i brand in grado di anticipare l’evoluzione della società.
Si parte da 3 parole-chiave: Crisi, Sostenibilità e Digital. Rilette e reinterpretate. Ecco allora che la crisi diventa il tempo per mettere a frutto nuove capacità e cogliere opportunità, dapprima impensabili; la sostenibilità si trasforma in nuovo paradigma economico, che privilegia prodotti e servizi semplici, efficienti, durevoli; infine il digital diviene lo spazio delle nuove filiere e della convergenza tra reti fisiche e virtuali.

Ma il significato che le persone attribuiscono a queste parole varia secondo il loro ruolo di consumatori.
Per i Follower, non al passo con i tempi e in attesa di capire cosa sta succedendo (il 27% degli intervistati), crisi fa rima con timore e riduzione dei consumi, ma quasi l’80% sa come risparmiare attraverso l’uso attento degli elettrodomestici; sostenibilità e digital sono temi piuttosto marginali, ma l’85% fa la raccolta differenziata e il 64% alterna gli acquisti in negozio allo shopping on-line.
I Mainstreamer, il 50% degli intervistati, vedono nella sostenibilità un’occasione di sensibilizzazione, senza negare i vantaggi dell’economia a basso costo e del social commerce: il 66% dice di usare l'auto solo se indispensabile. Per rispondere alla crisi il 74% si è ingegnato per trovare i prodotti migliori a prezzi contenuti; più della metà per la categoria digital afferma di recensire online i propri acquisti.
Infine, la minoranza degli intervistati (23% circa), gli Innovator, avanguardia dei consumatori, indirizza le proprie abitudini verso prodotti e servizi high-tech: il 44% alla voce digital sostiene di lasciare un commento on-line su articoli e marche; più della metà affronta la crisi confrontando i prezzi dei diversi prodotti e per la categoria sostenibilità un esiguo numero (poco più dell’8%) non manca di acquistare prodotti a chilometro zero.

Più in generale, emerge un atteggiamento di consumo che non punta al nuovo ad ogni costo, ma predilige un’offerta ottimizzata, che razionalizzi ciò che già esiste e bilanci efficacia e design.
Dati utili per le aziende che intendono intercettare le nuove tendenze su consumi e stili di vita.
E se innovare significa rispondere a un bisogno e soddisfarlo, allora è tempo di far posto a strumenti e strategie che consentano non solo di vendere di più, ma anche di seminare fiducia.