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Ottimismo a Wall Street: disperata la situazione a Piazza Affari

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gaetano Evangelista, amministratore unico di AGE Italia.
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Le incertezze sulla riforma fiscale Usa non sembrano frenare più di tanto l’ascesa di Wall Street, mentre hanno mostrato maggiore titubanza di recente le Borse europee. Qual è la sua view complessiva sui mercati azionari e quali le attese nel breve?

Se penso a quanta strada abbiamo percorso nell’ultimo anno, mi vien da sorridere, immaginando il volto attonito di chi profetizzava sciagure. Persino George Soros, che sulla Borsa americana aveva scommesso pesantemente riempiendosi di opzioni put sullo S&P, ha dovuto capitolare.

Sembrerò presuntuoso, ma da quando a gennaio abbiamo pubblicato l’Outlook per il 2017, per me la Borsa americana è stato un libro aperto. D’altra parte, è tutto documentato.
Trovo che parecchi investitori vedano ancora nella direzione sbagliata. Per come la vedo io, la Borsa americana realizzerà ulteriori massimi storici fino alla fine dell’anno, e non mi sorprenderei se vedessimo il “7” dopo il “2”.

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Sulle borse europee sono meno entusiasta, soprattutto per una questione di confronto fra dati macro: negli ultimi venti mesi le sorprese macro nell’Eurozona sono state positive, in misura superiore a quanto registrato negli Stati Uniti.

Questo battere le attese degli economisti ha costretto gli investitori a rivedere le proprie aspettative, privilegiando i listini del Vecchio Continente: fino a sei mesi fa, quando lo “spread” fra gli indici delle sorprese macro delle due sponde dell’Atlantico, ha svoltato verso il basso.

A Piazza Affari il Ftse Mib si è riportato in area 22.000 che almeno per il momento ha arginato la discesa dei corsi. Ritiene che dai livelli attuali l’indice possa riprendere la via dei guadagni?

È una situazione disperata, perché il supporto si sta progressivamente sbriciolando. Probabilmente alla fine Piazza Affari sarà trascinata verso l’alto per i capelli, ma in termini assoluti incomincio a nutrire alcuni dubbi. E in termini relativi penso che ormai il più sia fatto: la spettacolare sovraperformance messa a segno da un anno a questa parte, sta per venire meno.

Siamo proprio lì: sulla linea che connette tutti i minimi del rapporto MIB/SX5E. Ancora poco, e Piazza Affari inizierà a sottoperformare.

Il dollaro ha interrotto il suo recupero nei confronti di yen ed euro, tornando a perdere terreno. La tendenza delle ultime sedute è destinata a proseguire nel breve?

Sull’Eur/Usd ho uno stop loss sopra 1.188 dollari. Fin lì rimangono tatticamente short di divisa comune.
Non ho grandi obiettivi verso il basso, ma resto dell’idea che il differenziale di rendimento fra Stati Uniti e Germania giustifichi un Dollar Index su livelli superiori a quelli correnti. Di riflesso l’euro ha il potenziale di deprezzarsi nei confronti del biglietto verde. Probabilmente fino a 1.12-1.13, non di più.

Mi vado convincendo che il 2018 possa essere un anno benigno per la divisa comune, ma devo ancora lucidare la mia sfera di cristallo!

In questi giorni il mercato dei corporate bond ad alto rendimento ha fatto parlare di sé, non propriamente in termini benevoli. C’è il rischio che il ribasso si intensifichi nelle prossime settimane? Diversi lettori vantano portafogli con una robusta esposizione sugli high yield.

Abbiamo coperto molto questa settimana il mercato dei bond: emergenti e high yield, area Euro come Stati Uniti. Su quest’ultimo fronte c’erano due livelli da monitorare: 5.70% di rendimento, e 400 punti base di spread. Come si può notare, lo yield medio calcolato da BoA Merrill Lynch ha raggiunto il 6.02%.

Ora, non serve un master in analisi tecnica per rilevare come quantomeno sul primo fronte sia stata sperimentata una evidente rottura. Il declino dei rendimenti fatto registrare dall’inizio del 2016 in poi, semplicemente non esiste più. Non sorprende dunque che diverse emissioni obbligazionarie ad alto rendimento stiano registrando continui passivi. È normale, in un contesto all’apparenza strutturalmente crescente di rendimento.

Ci sarebbe da discutere molto sui target, sui livelli di conferme e in generale sul mercato del credito. Magari la prossima volta…

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