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Pioneer, Poste valuta offerta con Anima, Cdp

MILANO (Reuters) - Poste Italiane sta ancora ragionando come strutturare un'offerta non vincolante per Pioneer Investments, che UniCredit intende valorizzare, ma lo scenario più probabile prevede un ruolo per la partecipata Anima Holding e per Cassa Depositi e Prestiti, azionista di riferimento di Poste.

Lo riferiscono quattro fonti vicine alla situazione.

"Con Pioneer, Poste completerebbe la fabbrica prodotto affiancando un player di peso a Anima che porterebbe le sue competenze nella gestione", ha detto una delle fonti.

Cdp, secondo una delle fonti, avrebbe un ruolo nella governance a operazione ultimata.

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Pioneer viene valutata dai potenziali acquirenti circa 2,5 miliardi di euro ma Unicredit punta a ricavare fino a 3 miliardi dalla cessione dell'asset manager, secondo alcune delle fonti.

La struttura dell'offerta di Poste, Anima e Cdp resta da definire ma l'obiettivo è di non pesare sul rating di Poste. Fra le opzioni allo studio ci sarebbe anche la costituzione di un veicolo da affiancare ai tre partecipanti, detenuto in maggioranza da Poste ma anche da Anima, che si indebiterebbe al servizio dell'operazione.

Una delle fonti non esclude novità negli assetti societari dell'asset manager quotato a valle del deal.

Ma, per andare in porto, l'offerta dovrebbe essere costruita in modo da risultare allettante per gli azionisti di Anima, partecipata, oltre che da Poste, da alcuni fondi e da Pop Milano. Quest'ultima, alle prese con la fusione con Banco Popolare, dovrà valutare il destino delle proprie fabbriche prodotto per gestire le sovrapposizioni e massimizzare il valore dei propri asset.

Equita, in un report di settimana scorsa, immagina che Poste integri Anima e Pioneer in una fusione che porterebbe alla creazione di un gruppo con circa 280 miliardi di masse in gestione, il terzo maggiore in Italia dopo Generali (471,4 miliardi a fine luglio secondo Assogestioni) e Intesa Sanpaolo (circa 364,2 miliardi).

"Secondo noi non ci sarebbe Opa, ma l`assemblea di Anima dovrebbe dare il via libera al deal che porterebbe Poste in maggioranza nel nuovo gruppo (cosiddetto white

washing)", è scritto nello studio.

Oggi lo stesso broker sottolinea come comprare Pioneer per Poste significherebbe cambiare parzialmente il proprio modello di business (da distributore di fondi a produttore/distributore) "e quindi secondo noi è cruciale il coinvolgimento di Anima, che porta know how nella gestione, e possibilmente ridurre l'esborso coinvolgendo Cdp e vendendo il business estero".

Una simile operazione avrebbe anche il vantaggio, politicamente rilevante, di tenere in Italia una importante fetta del risparmio degli italiani nonchè un asset manager che ha in pancia una quota non secondaria del debito sovrano italiano.

Le proposte non vincolanti, per cui sono stati invitati dieci soggetti, devono pervenire a Unicredit entro il 19 settembre, secondo due fonti. Entro fine ottobre sono attese le offerte vincolanti, secondo altre due fonti.

L'offerta Poste-Cdp-Anima si troverà a competere con quelle di altri operatori del settore. Secondo una fonte, per Pioneer sono in corsa anche Allianz, Amundi e Macquarie e Axa. Le società indicate finora non hanno commentato.

Anima e Unicredit non hanno voluto commentare, come Cdp. Poste non è stata raggiungibile.

(Maria Pia Quaglia, Paola Arosio, Gianluca Semeraro, Francesca Landini)