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Prodi spinge la Germania alla Grande Coalizione: "I liberali un problema per noi"

(Photo: Antonio Masiello via Getty Images)
(Photo: Antonio Masiello via Getty Images)

Romano Prodi, intervistato dal Messaggero, non vede un rischio instabilità al centro dell’Europa dopo il voto tedesco. “Andrà come l’altra volta - sostiene il Professore -: trattative lunghissime, 200 pagine di programmi, e si troverà la quadra”. Al contempo, mette in guardia sul ruolo dei liberali: “Sono il partito più compatto su una politica che non gioverebbe certo all’Italia”.

In merito alla possibilità di coalizione “Semaforo” con Spd, Verdi e liberali, Prodi ribatte: “Tutti vedono questo scenario. Io penso che non sia facile questo accordo e che alla fine si possa tornare alla Grande Coalizione, a parti rovesciate. Anche per un semplice motivo. Fino a poco tempo fa si diceva che il junior partner, cioè l’Spd, sarebbe stato distrutto. Ma ora quello è il partito che ha vinto. Io la grande coalizione non l’ho mai scartata. Dopo questo risultato la ritengo non probabile, ma più possibile di prima”.

La Germania riproporrà per tutti la politica dell’austerità o dopo il Covid adotterà una politica più solidale e meno arcigna? “Bisognerà vedere quanto potere avranno i liberali - la risposta di Prodi -. Sono il partito più compatto su una politica che non gioverebbe certo all’Italia. La Cdu ha ancora una grossa corrente che sostiene l’economia sociale di mercato. Perciò alla fine potrebbero fare un accordo con i socialisti”.

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Prodi esprime un giudizio positivo su Angela Merkel “anche se non c’è nessuna rivoluzione storica che può essere intestata a lei. È stata però la cancelliera della grande crescita tedesca. Poi ha capito l’importanza del ruolo tedesco in Europa e dell’Europa per la Germania”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.

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