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RES PUBLICA / Quirinale, dimissioni impongono nuova strategia riforme

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (a sinistra) con il premier Matteo Renzi. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Matteo Renzi cambia ancora. Sulla riforma della legge elettorale ha ieri sera detto di essere disponibile a introdurre una sorta di clausola di salvaguardia che preveda l'entrata in vigore della nuova legge non prima del 2016. Questo per rispondere alle obiezioni di Silvio Berlusconi che teme, con una rapida approvazione della riforma, di offrire una sorta di via libera al premier per andare al voto già nella prossima primavera. Il nuovo cambio di tattica è legato al fatto che Renzi ha interesse a incassare le nuove norme sul voto slegandole dalla trattativa per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. E' questa la scadenza attorno alla quale sta ruotando ormai tutta la fase politica e le insidie maggiori per il capo del governo potrebbero venire da qui. Una trattativa estenuante potrebbe infatti indebolire la sua leadership che sta già subendo cali di popolarità sebbene per ora limitati. Nelle ultime ore, intanto, il suggerimento più originale a Renzi di candidatura per il Quirinale è venuta da Giuliano Ferrara che ieri sera in tv ha proposto il nome dell'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Un favore indiretto allo stesso premier. Entrare nella rosa potrebbe ammorbidire le posizioni dell'unico vero leader della minoranza interna al Pd. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia