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Anche Rogers teme la guerra commerciale con la Cina

Il mercato statunitense ha registrato i primi contraccolpi dopo il contestato arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca (la cerimonia del suo insediamento ha visto il 50% del budget speso per la sicurezza). Il tutto mentre le Borse europee sono orientate verso una situazione piuttosto calma, soprattutto considerando la notiazia della Corte Suprema inglese che ha rigettato il ricorso del governo inglese sull'attribuzione del diritto di invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona: il governo May potrà dare procedere solo con l'ok del parlamento.

La view di Rogers

Tornando dall'altra parte dell'oceano, in molti si chiedono se il mercato Usa possa continuare con quel rally che ha caratterizzato l'andamento all'indomani della proclamazione ufficiale del vincitore, l'8 novembre, fino all'insediamento alla Casa Bianca avvenuto venerdì scorso. Tra gli scettici, si registra Jim Rogers, il quale conferma la sua view di un mercato statunitense attualmente troppo costoso. L'investitore e co-fondatore (con George Soros) del famoso Quantum Fund, ha suggerito una strategia che, per i prossimi mesi, si concentri nella ricerca del valore nascosto anche a livello internazionale. E il fattore politico, questa volta, potrebbe dare una mano. Per Rogers, la Russia sarà l'orizzonte su cui investire. la Russia.

La sua logica è semplice: il Dow Jones e altri indici Usa sono tutti a livelli record, il che rende difficile prevede fino a dove si potranno spingere e ancora di più capire se ci sarà un ulteriore margine al rialzo. Piuttosto che rischiare di scottarsi con un eccesso di ottimismo nato dal già citato Trump Effect, è meglio guardare ai mercati sottovalutati e che, con qualche spinta da un'innegabile amicizia tra il nuovo presidente e Putin, potrebbero avere più di una carta vincente.

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I dubbi su Trump

Per Rogers è innegabile che l'atteggiamento finora da Trump in molti ambiti, non restituisca l'immagine di un leader con le idee chiare: spesso si è contraddetto (basti pensare anche alle parole contro la Cia (Londra: 25754.L - notizie) e l'Fbi che lo sospettavano di appoggi da parte di Mosca, immediatamente trasformatesi in elogi 24 ore dopo con la visita alla sede principale della Cia in Virginia. Da un punto di vista della crescita, invece, mercati come la Russia, invece, hanno una lunga strada da fare per il recupero che, adesso, potrebbe essere agevolato. Il primo step cui Rogers guarda è la revoca delle sanzioni inflitte a Mosca in seguito al conflitto Ucraino e all'annessione unilaterale della Crimea. Ma stando alle idee di Rogers, non è solo Trump a chiedere la revoca delle sanzioni: diversi paesi europei chiedono a gran voce la stessa cosa anche per motivi commerciali essendo Mosca un mercato molto frequentato dall'export del Vecchio Continente. Resta però aperta la questione di una possibile guerra commerciale, questione che si aggrava con l'arrivo nello staff del presidente, di Peter Navarro, noto economista da tempo contrario alla Cina e che sarà a capo del consiglio per il Commercio. L'incontro tra Jack Ma, fondatore di Alibaba Group Holding Ltd (NYSE: BABA) suggerisce che in qualche modo, Trump stia tentando di riequilibrare le sue posizioni, ma i recenti provvedimenti a favore di una vera e propria nascita del protezionismo, lo smentiscono.

Dove investire nel 2017?

Difficile che possa scoppiare una vera propria guerra commerciale tra le due nazioni: la storia insegna che nessuno è mai uscito vincitore (realmente) da una situazione autolesionista per eccellenza, ma le prese di posizione recentemente espresse a Davos da un presidente cinese, Xi Jinging, sorprendentemente schierato per un processo di globalizzazione ormai inarrestabile, proprio mentre Trump parlava di dazi del 45% sulle merci importate da Pechino, dovrebbero comunque far riflettere, non poco, sulla confusione, anche di ruoli, che regna a livello internazionale. Una confusione che Rogers teme dal momento che si riflette anche nell'atteggiamento non chiaro di Trump. Ma visto che gli ultimi avvenimenti politici hanno spesso e volentieri smentito le previsioni, sebbene la maggioranza degli esperti escluda una guerra commerciale, Rogers ricorda che, qualora dovesse esplodere, meglio vendere tutto.

Ad ogni modo gli analisti guardano con ottimismo non solo a quel PIL negativo di Mosca che nel 2017 potrebbe trasformarsi in un +0,5% di crescita ma anche al rublo russo i cui primi segni di miglioramento si sono intravisti già dalla seconda metà del 2016. Tra i settori da preferire, Jim Rogers suggerisce quello agricolo.

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