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Spunti operativi per gestire oro, petrolio ed EUR/USD

Ci troviamo alla vigilia delle parole di Draghi con un euro dollaro che p resto tornerà protagonista. Intanto il fallimento del meeting di Doha ha portato alla luce l'appetibilità dei metalli preziosi. Come gestire la situazione? La view di Carlo Alberto De Casa analista dei mercati valutari nonchè responsabile marketing di ActivTrades e autore del libro "I segreti per investire con l'oro"(ed. Hoepli) .

Partiamo da Doha e da quello che non è accaduto e cioè il mancato accordo che, però, in un certo senso era già nell'aria.

Questo non accordo può essere facilmente riassunto come il risultato di una serie di veti incrociati. Le chanche che si arrivasse a un accordo erano notevolmente basse già alla vigilia. I mercati hanno visto una discesa nervosa anche di 5 o 6 punti percentuali. Quello che abbiamo visto in questi mesi sui mercati è stato un petrolio che ha avuto un andamento piuttosto nervoso seguendo dei trend abbastanza chiari come si può vedere dal grafico:

La seconda metà di febbraio e l’inizio di marzo sono state contrassegnate da un deciso rialzo, l’ultima parte di marzo al ribasso e il nuovo rimbalzo dai 35 dollari ai 42 che per quanto possano sembrare pochi sono comunque il 20% e da questo ultimo punto, i 42 dollari al barile, si è registrata una discesa violenta fino a 35. Insomma, un petrolio che si è mosso in una trendline abbastanza definita, e che continua a restare abbastanza tecnica dal momento che settimana scorsa quando ha rotto questo canale rialzista da 41-42 è sceso fino a 36-37. Insomma un petrolio ancora difficile da decifrare. Visti poi i dati arrivati dagli Usa sembra ancora difficoltoso immaginare nuovi rally anche perchè lo spazio per ulteriori salite non è molto, ancora di più dal punto di vista tecnico e per quanto si possa guardare a un ritorno dai 35 ai 42 dollari con un 20% di oscillazione che potrebbe contenere per qualche settimana le quotazioni. La rottura di area 35 aprirebbe la strada a nuove cadute e farebbe tornare cattivo tempo sul petrolio, viceversa un superamento dell’area 41-42,50 potrebbe spingere fino ad area 48 ma difficilmente potrebbe spingere oltre verso ulteriori salite. Lo scenario più probabile sul breve è una lateralità dettata da un mancato accordo che sbarra la strada a salite oltre i 42 dollari, previsioni che il mercato aveva già in mente.

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Il fallimento di Doha ha rimesso in luce l'appetibilità dei metalli preziosi. Come mai?

I metalli preziosi si stanno dimostrando interessanti non soltanto perchè la Fed non rialza i tassi di interesse e non sembra nemmeno interessata a farlo nel breve ma anche perchè c’è un cambiamento di sentiment più ampio per quanto riguarda il settore delle commodities. Nel dettaglio l’oro è una delle migliori materie prime dall’inizio dell’anno finora con una performance che è arrivata anche a +20% anche se in questo momento ci troviamo a un valore inferiore ma che resta comunque un 15% da inizio anno. La settimana scorsa, peròè stata la settimana dell’argento con un rally che ha visto il fratello minore dell’oro guadagnare almeno 5 punti percentuali e tornare sopra quota 16. Per quanto riguarda il quadro generale l’oro finchè riesce a rimanere sopra quota 1.200 il trend di fondo pare ancora impostato al rialzo; il grande rally è arrivato nella seconda metà di gennaio quando si è capito, oltre ad altri fattori, che la Fed non avrebbe proceduto al rialzo dei tassi. Dopodichè finchè rimane sopra quota 1210 conferma un movimento non ribassista. Quello cui abbiamo assistito è stata una grande corsa nelle prime sei-sette settimane dell’anno e quindi una lateralizzazione, con l’oro che sta cercando di trovare una direzione e sta cercando i presupposti per terminare l’anno in area 1380 o 1300. Insomma ci sono buone possibilità che l’oro possa guadagnare ancora qualche punto percentuale entro dicembre chiudendo la performance da adesso a fine anno ancora al rialzo. Non dimentichiamoci che nel 2016, dopo una serie di anni in cui la produzione di oro da miniera ha continuato a salire, adesso dovremmo vedere una prima discesa, per quanto lenta. Al tempo stesso la do,manda asiatica rimane forte così come forte resta quella delle banche centrali e quindi resta spazio per vedere un oro che continua a muoversi fra i 1200 e i 1280 aiutato dalla stagione dei matrimoni indiani. Per ora però resta un oro in laterale con un range abbastanza stretto tra i 1200 e i 1280.

C’è poi da prendere nota anche di un altro evento, passato in realtà sotto silenzio ma che non è da sottovalutare anche se non è il primo tentativo fatto dai cinesi: 18 aziende comprendenti banche cinesi, corporates minerarie e i più grandi rappresentanti della gioielleria mondiale stanno creando un nuovo benchmark dell’oro denominato in yuan. nell’elenco si trovano nomi come Industrial and Commercial Bank of China, Agricultural Bank of China, Bank of China , China Construction Bank and Bank of Communications oltre a due banche di cui non si conosce il nome e che verranno rese note oggi, giorno fissato per la partenza del progetto. La Cina è il primo produttore e consumatore di oro quindi ha tutti i vantaggi ad avere un oro denominato in yuan. Questo potrebbe dare maggior potere alla finanza asiatica nel momento in cui la divisa cinese diventerà completamente convertibile.

Settimana della Bce, ormai un appuntamento fisso vista l'importanza delle banche centrali, importanza ormai sempre crescente.

Dal punto di vista tecnico l’euro dollaro è inserito in un ampio canale laterale fra 1,05 e 1,15 con quotazioni che palleggiano su questi livelli. La settimana scorsa si è visto qualcosa di importante anche se in attesa di conferma e cioè il fatto che la trendline rialzista che stava contenendo la risalita dell’euro contro il dollaro pare che sia venuta meno come si vede dal grafico

Al momento si è creato un importante supporto a 1,1230, la tenuta di questo valore fa sì che il trend sia relativamente impostato al rialzo ma se si dovesse scendere sotto il valore di 1,1220-1,1230 sia vrebbe una conferma dell’immersione del trend e ci si potrebbe aspettare una nuova correzione. Viceversa siamo in questa fase laterale tra 1,12 e 1,14 dove l’euro dollaro è in una terra di nessuno: sopra 1,14 torna ad essere positivo attaccando 1,15, i massimi da un anno (a parte la fiammata fatta qualche mese fa intorno a 1,17) ma per adesso siamo tutti in attesa di Draghi e delle sue parole che, verosimilmente, avranno il potere di calmierare l’euro. Il che è sorprendente se si considerano tutte le misure prese dalla Bce con un Quantitative Easing allargato e allungato e che ha visto, al contrario delle attese, un euro dollaro che con non solo non è crollato al di sotto della parità ma da 1,5 è risalito a 1,12.

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