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Tutte le conseguenze di Brexit

Tutte le conseguenze di Brexit

Quello che si è visto negli ultimi giorni, con le Borse europee in caduta libera, potrebbe essere solo un antipasto di quello che ci aspetta in caso di vittoria del SI al referendum in programma il 23 giugno prossimo, nel quale i cittadini britannici saranno chiamati a decidere se uscire o meno dall'Unione europea.

Malcontento diffuso
A favore di Brexit, che secondo gli ultimi sondaggi sarebbe in vantaggio, gioca il malcontento diffuso per una crescita che non manca in Gran Bretagna, ma non è certo paragonabile ai livelli pre-crisi. Molti cittadini attribuiscono questa situazione ai vincoli imposti a livello europeo (per quanto il legame di Londra con Bruxelles sia molto meno stretto rispetto ad altri Paesi del Vecchio Continente, a cominciare dall'assenza di una valuta comune).
Eppure le preoccupazioni in senso opposto non mancano. La Gran Bretagna non ha certo un'industria paragonabile a quella tedesca o italiana, ma ha un modello economico fortemente improntato sulla finanza. Molte banche e assicurazioni americane e cinesi hanno presenze importanti a Londra, come avamposto europeo. L'uscita dall'Ue le spingerebbe verosimilmente a spostarsi altrove, con conseguenze pesanti per l'occupazione. Ma, quando i banchieri sottolineano questa prospettiva, non fanno altro che rafforzare i fautori di Brexit, dato che gli stessi sono malvisti dai cittadini comuni.

Cosa aspettarsi
La prima conseguenza in caso di Brexit, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe un crollo della sterlina. Una prospettiva positiva per i Paesi esportatori, ma come detto la Gran Bretagna ha poca industria e pagherebbe la svalutazione in termini di un'impennata dell'inflazione.
Il premier David Cameron ha stimato l'impatto negativo di una vittoria del SI all'uscita in 40 miliardi di sterline, dovuti a rapporti commerciali meno stretti con gli altri Paesi europei e alla perdita di posti di lavoro. Insomma, un disastro. E le ricadute sarebbero negativi per tutta l'Europa, dato che l'uscita di Londra favorirebbe le spinte centrifughe. Verosimilmente ci troveremmo a fare i conti con una lunga fase di instabilità dei mercati, che andrebbe a punire soprattutto le economie più deboli come quella italiana.