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Legge Bilancio, Renzi: non cambia anche se ci saranno rilievi Ue

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Bruxelles per il Consiglio Europeo. REUTERS/Yves Herman (Reuters)

ROMA/BRUXELLES (Reuters) - Il governo italiano non cambierà la Legge di Bilancio anche se arrivassero obiezioni da parte dell'Unione europea perché non sta chiedendo maggiore flessibilità sul deficit ma il riconoscimento delle clausole eccezionali per terremoti e migranti. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a margine del Consiglio europeo di Bruxelles. "La legge di Bilancio non si cambia: se l'Ue avrà da fare osservazioni le ascolteremo, ma questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi 10 anni", ha detto Renzi stamani in collegamento da Bruxelles con radio Rtl 102,5. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da fonti Ue, la Commissione nutre dubbi sulla legge di Bilancio e potrebbe inviare una lettera all'Italia contestando gli obiettivi. Il premier derubrica l'eventuale missiva al consueto dialogo con Bruxelles: "Solo da noi si immagina che lettera sia chissà che cosa", ha detto al termine del summit. Mostra tranquillità anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che stamani da Francoforte ha detto: "Il dialogo continua, la Commissione non ha espresso scetticismo". Nella conferenza stampa dopo il summit, Renzi è tornato sul punto: "Noi non abbiamo chiesto la flessibilità... Abbiamo semplicemente richiesto le clausole eccezionali previste dai trattati per terremoto e immigrazione. Ove vi fossero dubbi su queste scelte toccherebbe alla Ue individuarli, cosa che viene fatta tutti gli anni con scambi di lettere. Ma voglio essere chiaro, le misure della legge di Stabilità non cambiano, punto". La manovra da 27 miliardi varata la scorsa settimana prevede coperture per 15 mld con un effetto espansivo da 12 mld che sono la differenza fra deficit tendenziale (1,6% del Pil) e programmatico (2,3%). Il 2,3%, rispetto al 2% previsto dalla nota di aggiornamento al Def di fine settembre, contiene uno sforamento di 0,3 punti legato, spiega Renzi, proprio ai costi di terremoti e migranti. A maggio l'Italia aveva pattuito con Bruxelles un deficit/Pil di 1,8%. Preoccupazioni anche per il debito/Pil che il prossimo anno resta ancora sopra il 132%. Gli oppositori interni, parlano di manovra a deficit ed elettorale, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, cruciale per la tenuta dell'esecutivo con sondaggi che vedono un testa a testa tra no e si. Su questo punto, Padoan ha detto che una eventuale vittoria del no non sarebbe la fine del mondo e che l'Italia andrebbe avanti con le riforme [nL8N1CR2O0]. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia