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Il colosso cinese cresce ancora (ma su piedi d’argilla?)

Le vendite di auto ai massimi da tre anni e mezzo regalano uno sprint alla produzione industriale cinese, ma sulle performance di Pechino pesa l’ombra di un gigante dai piedi d’argilla. Se a crescere più del previsto, nel mese di agosto, sono state anche le vendite al dettaglio, a sollevare interrogativi sono i fattori all’origine di questa inattesa accelerazione. Qui il dettaglio dei dati, nella sintesi proposta da Bloomberg China’s economy shows signs of rebounding https://t.co/laTNVrrDQ2 pic.twitter.com/m5d3dpA2sU— Bloomberg (@business) 13 settembre 2016 Crescita sì, ma su che basi? Il modello cinese che spaventa l’Occidente Determinanti appaiono infatti soprattutto il solido mercato immobiliare, abbinato alle forti spese governative nel settore delle infrastrutture. Elementi che, insieme ai deboli investimenti – soprattutto nel manifatturiero – mettono in luce lo squilibrio fra spesa privata e pubblica e sollevano interrogativi sulla sostenibilità del modello cinese. Per il terzo trimestre le cifre suggeriscono performance in linea con le aspettative, sostengono gli esperti, il momento è propizio per intraprendere le riforme strutturali necessarie a consolidare la crescita nel lungo termine. I dati incoraggianti allontanano l’intervento sui tassi Strong data from China ease fears of a sharp slowdown in global growth https://t.co/SzxFjySw8f pic.twitter.com/OVYyr4dRM8— Financial Times (@FT) 13 settembre 2016 I dati sembrano allontanare la prospettiva di un intervento sui tassi della Banca centrale cinese, volto a consolidare la crescita. Interpretazione diffusa è che le nuove cifre confermino l’efficacia delle misure di stimolo adottate nei primi mesi dell’anno, allontanando anche le preoccupazioni internazionali in merito a un possibile impatto sulla crescita globale.