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Borsa Milano in calo nonostante Pil Usa, male Fiat ed energia, ok popolari

Un trader al lavoro a Milano.REUTERS/Alessandro Garofalo

MILANO (Reuters) - Piazza Affari archivia in ribasso una seduta di transizione, con gli investitori che, dopo una lunga fase di incertezza, hanno deciso di vedere il bicchiere mezzo vuoto nel dato sul Pil Usa.

Nel secondo trimestre, infatti, Washington è tornata a crescere e, soprattutto, ben più delle attese.

Paradossalmente, però, il balzo del Pil potrebbe rivelarsi dannoso per le politiche espansive. "All'interno del dato", spiega Vincenzo Longo, market strategist di IG, "è stato sorprendente il contributo delle scorte, delle esportazioni e dei consumi personali. L'indice Pce reale è salito del 2,5%, contro le attese di +1,9% e ben oltre il +1,2% del trimestre precedente. Proprio quest'ultimo dato è strategico per la determinazione della politica monetaria della Federal Reserve, che stasera non potrà fare a meno di commentare il dato sul Pil. Il dato odierno potrebbe permettere ai molti falchi presenti all'interno del board della Fed di alzare la voce per un più rapido rialzo dei tassi di interesse. La banca centrale", conclude Longo, "potrebbe, però, far leva sulla debolezza del mercato immobiliare e sulla bassa crescita dei salari per cercare di stemperare i toni di una crescita così esplosiva".

Così, anche a causa dei timori legati a un possibile default dell'Argentina, nel finale i mercati sono progressivamente arretrati.

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In chiusura, l'indice FTSE Mib ha perso lo 0,94% e l'Allshare lo 0,86%, mentre il Mid Cap ha terminato praticamente invariato (+0,02%).

Volumi per un controvalore di circa 2 miliardi di euro.

Milano ha limitato i danni grazie ai bancari, in particolare alle popolari: EMILIA +0,54% e MILANO +1,49%. Vivace MONTEPASCHI (+0,66%).

MEDIOLANUM in rosso (-1,43%) nel giorno della pubblicazione dei risultati semestrali.

Fuori dal paniere principale, spunti per CREDITO VALTELLINESE (+0,27%), avviata con outperform da Exane Bnp Paribas, e BANCA PROFILO (+8,76%), promossa sulla trimestrale.

FINMECCANICA (+0,87%) è spinta dalla notizia, diffusa ieri a mercati chiusi, che la procura di Busto Arsizio ha disposto l'archiviazione del procedimento nei confronti della società in merito alla fornitura di dodici elicotteri al governo indiano.

FIAT debole (-2,1%) sui conti: il gruppo ha chiuso il trimestre con utile operativo più debole delle attese, penalizzato dall'America Latina, ma anche da un'inattesa contrazione nell'area Nafta.

Al traino EXOR (-1,88%).

Poco meglio CNH (-0,97%), che ha risentito del profit warning della concorrente Usa, specializzata nel settore agricolo, Agco. Domani darà i risultati trimestrali.

Nel comparto dell'automotive segno meno anche per PIRELLI (-1,31%) e PIAGGIO (-3,21%).

Rimbalzo di SAIPEM (+0,67%), dopo la caduta di ieri.

ENI (-2,12%) in linea con il comparto europeo (-1,99%), zavorrato dalle sanzioni Ue alla Russia nel settore energetico.

In rosso anche SNAM (-0,71%), che ha pubblicato la semestrale, e TERNA (-1,48%).

Restando alle società legate al settore energetico, PRYSMIAN (-1,54%) si avvicina zoppicando alla pubblicazione, domani, della semestrale.

Seduta di sofferenze per MEDIASET (-2,1%): ieri, a mercati chiusi, ha annunciato un semestre debole, sostanzialmente in linea con le attese, e ha dato poche rassicurazioni sulle prospettive del mercato pubblicitario in Italia.

Debolezza generalizzata per il lusso/retail, con qualche trader che ipotizza un collegamento con le sanzioni occidentali alla Russia: YOOX -2,51%, WORLD DUTY FREE -2,09%, LUXOTTICA -1,74% e TOD'S -1,18%.

Tra le small e mid cap che hanno pubblicato i risultati, in evidenza DATALOGIC (+3,43%) e GABETTI (+3,44%).

In volo EUKEDOS (+21,61%) e BIALETTI (+16,42%).

AS ROMA in ribasso contenuto (-1,14%) dopo la chiusura dell'aumento di capitale.

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