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Buzzoole, la start up dell'ottima influenza

Aziende e utenti web carismatici si incontrano sulla piattaforma campana

Buzzoole

Quando sale l'influenza, arriva il momento di fare start up: lo pensa anche Fabrizio Perrone, ceo e fondatore di Buzzoole, la prima piattaforma italiana di influence engine optimization che mette in connessione aziende e influencer in rete. Obbiettivo? Capire chi sono coloro che condizionano il mercato, grazie alla loro reputazione digitale e al passaparola su prodotti e servizi. I brand, che di fatto si servono di loro, li premiano poi con come sconti, test di prodotti, inviti esclusivi. Buzzoole sta crescendo molto, grazie anche all'apporto di 56CUBE, un venture incubator di startup innovative digitali nel Sud Italia, nato a sua volta all’interno dell’incubatore milanese Digital Magics, creato da Enrico Gasperini. Non solo buoni consigli ma anche investimenti importanti per valorizzare e sostenere sempre più la start up campana. Ne parliamo con Fabrizio Perrone, su Yahoo! Finanza.

Fabrizio Perrone, ha iniziato la sua esperienza come startupper dopo la laurea in Economia: quella da startupper è una vocazione identitaria o un'evoluzione obbligata al tempo in cui è difficile fare impresa tradizionalmente?

Ho iniziato la mia esperienza di startupper per passione e non perché pensavo fosse un’alternativa al difficile modo di fare impresa tradizionalmente. Ho sempre avuto il desiderio di creare un progetto fondato dal nulla e che mi appartenesse nel concreto. Non mi sono mai fatto condizionare dalla difficile situazione in cui si trova oggi l’Italia, e in modo particolare al Sud. Le mie scelte, infatti, sono sempre state dettate dalla voglia di mettermi in gioco personalmente, tant’è che ho rifiutato diverse offerte nel periodo post-laurea.


Come funziona Buzzoole? Gli attori di questo marketplace giocano ruoli diversi: ci sono gli utenti, i brand, le imprese, gli influencer. Come interagiscono tra di loro?

Buzzoole è la prima piattaforma italiana di IEO (Influence engine optimization) basata su algoritmo che permette agli utenti, iscritti alla piattaforma, di ottimizzare la propria presenza online, aiutandoli a diventare sempre più influenti nei temi in cui sono esperti e a noi di misurare il grado di efficacia di ciascuno di loro a seconda degli argomenti che tratta. Le aziende invece possono selezionare gli influencer della propria nicchia di mercato e inviare loro un’offerta (uno sconto su un prodotto, un invito a un evento di presentazione, ecc…) per invitarli a far partire il passaparola dai loro profili social. Buzzoole, però, non si limita a mettere le imprese in contatto con gli influencer del web, ma seleziona anche quelli che meglio rispondono alle esigenze di una determinata azienda. Noi cosa ci guadagniamo? Il brand paga la piattaforma solo sulla base del numero di post effettuati dagli utenti, sulla base dell’influenza. Ciò permette anche a piccole aziende di investire anche poche centinaia di euro in campagne online, che richiedono oggi grosse cifre per essere avviate.


Una startup nasce dall'osservazione di una lacuna in un settore: qual è quella che ha influenzato positivamente l'avvento di Buzzoole?

Dall'esperienza della mia prima agenzia focalizzata sulle campagne di socialmedia advertising, ho tratto due riflessioni importanti: l’assenza di un tool qualitativo, che consentisse alle imprese l’identificazione di influencer del proprio settore all’interno dei social media e l’assenza di un servizio di buzz e digital PR, che permettesse anche alle piccole e medie imprese di poter sperimentare gli effetti del passaparola. Buzzoole è nata dall’idea secondo cui da un lato le aziende hanno bisogno di trovare le persone adatte a diffondere i loro contenuti, dall’altro gli utenti hanno bisogno di migliorare il loro personal branding per essere riconosciuti come esperti in un argomento specifico.

Buzzoole è una startup campana: è diverso fare innovazione al Sud, seppur all'interno di un incubatore come 56CUBE?

Sicuramente fare impresa al Sud non è estreamente facile. Diventare una startup di 56CUBE ed entrare in un network come quello di Digital Magics rappresenta un grande passo avanti per la crescita della nostra impresa.Nel passaggio delicato della nostra piattaforma dalla versione alfa alla versione beta, il finanziamento ha provveduto a darci un ulteriore slancio e accelerazione.Grazie all’investimento dei due venture incubator di 180.000euro abbiamo spalle e basi più solide per affrontare il mercato.

Un team tutto al maschile quello di Buzzoole: come nasce?

L’idea del team al maschile di certo non è stata pensata, anzi è stata frutto di una scelta casuale. Io e i miei colleghi, Gennaro Varriale, Luca Pignatato, Luca Camillo, frequentavamo gli stessi ambienti e ci siamo conosciuti durante eventi dedicati alle startup. Ora però siamo in 8 e abbiamo con noi Viviana Cavaliere ed Emily Whitehead, quest’ultima direttamente dalla Silicon Valley, che ci danno una grossa mano.

Il concetto di influenza è decisivo e cavalcato da molti: cosa rende innovativa la mission di Buzzoole?

La reputazione digitale è una ricchezza. Ma non tutti gli influencer sono uguali. Infatti per quanto alcuni possano essere seguiti dalla community online, non è detto che riescano a condizionare le abitudini di acquisto dei propri follower a prescindere dal tipo di prodotto che sponsorizzano. Buzzoole, quindi, una volta analizzato in maniera innovativa il profilo degli utenti che si iscrivono alla  piattaforma, è in grado di indicare e soprattutto di coinvolgere gli ambasciatori più adatti a cui affidarsi per generare un passaparola produttivo.

Si parla spesso di durata media della vita di una startup: è un tema che, visto dal pianeta Buzzoole, preoccupa o desta interesse?

Il mercato oggi è superfast. In 3-5 anni hai successo o non sei nessuno. Abbiamo certamente l’intenzione di voler diventare un’azienda consolidata e riconosciuta sul mercato per la sua carica di innovazione e di originalità.

Buzzoole è arrivata alle finali di importanti contest italiani e internazionali: a parte il confronto diretto, quali sono le acquisizioni più interessanti che maturano in questi ambiti?

Partecipare a eventi legati al tema dell’innovazione è sempre un’esperienza unica, soprattutto se questi eventi hanno un respiro internazionale. Recentemente abbiamo avuto la fortuna di partecipare al Web Summit 2013 a Dublino, fra i maggiori eventi dedicati al mondo digitale, dove abbiamo preso contatti con l’ecosistema mondiale delle startup e abbiamo incontrato possibili partner e investitori. Un'esperienza bellissima, che ci ha permesso di tornare a casa con un bagaglio ricco di spunti e nuove idee da mettere a frutto.