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Deficit, Rehn: due anni a Spagna e Francia. E all'Italia chiede riforme

Due anni in più di tempo per Francia e Spagna e rigore e riforme da parte dell'Italia. Questo è in definitiva il bilancio tracciato dal commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olii Rehn, durante la presentazione del bilancio di primavera di Bruxelles.

La previsione economica per l'Italia è positiva: la Commissione Ue, infatti, è convinta che l'Italia riuscirà a breve ad uscire dalla procedura di deficit eccessivo, passando da un disavanzo del 3,0% del Pil nel 2012 al 2,9% nel 2013, e addirittura al 2,5% nel 2014. La stima tiene in considerzione la decisione del governo di sbloccare il pagamento dei debiti arretrati della Pubblica Amministrazione - 40 miliardi da distribuire per i prossimi 2 anni - e la speranza che il nuovo governo Letta finanzierà in modo adeguato la sospensione dell'Imu.
Ridurre il disavanzo, per Rehn, è necessario, ma lo è anche il rilancio dell'economia nazionale, in modo da ridurre un altro dato allarmante, quello della disoccupazione - stimata al 12,2% nel 2014 - e quello del debito, previsto per il prossimo anno al 132,2% del Pil.

"Il deficit sotto il 3% facilita la chiusura della procedura per l'Italia", ha detto Rehn, ma ha anche avvertito che al momento per questo Paese "non ci sono segni di ripresa a breve" e che il Pil "continua a contrarsi", portandosi a -1,3% per il 2013 e +0,7% nel 2014, ”sulla base di persistente incertezza, continua difficoltà di accesso al credito e fiducia di imprese e consumatori ancora negativa”. Perciò, continua il commissario Ue, "è essenziale che l'Italia proceda con le riforme strutturali e gli impegni di consolidamento presi con l'Ue".
Bruxelles è convinta che l'Italia ce la farà, ma il suo elevato debito pubblico necessita "finanze solide" anche dopo la procedura. E comunque, tutto questo ci sarà una volta conosciuti "i dettagli" delle nuove misure economiche annunciate dal nuovo governo.

Diversa è la situazione per altri due Stati europei, Francia e Spagna, per i quali Rehn ha considerato "ragionevole” la decisione di concedere due anni di tempo in più per portare il disavanzo sotto il 3%, consigliando inoltre di rinviare il taglio del deficit spagnolo dal 2014 al 2016.
Due anni in più alla Francia "per avere un cammino di aggiustamento più morbido", dichiara Rehn, "ma è ancora più importante che Parigi metta una rinnovata e forte enfasi sulle riforme strutturali", in particolare del mercato del lavoro e del sistema pensionistico. E questo è "almeno altrettanto importante che continuare con il consolidamento fiscale". Le previsioni della Commissione su Parigi prevedono un deficit del 3,9% per quest'anno e del 4,2% per il prossimo, e un Pil rispettivamente al -0,1% e all'1,1%.

Per Madrid, invece, il commissario Ue ha tenuto conto dei "postumi della crisi che continuano a pesare duramente" sull'economia spagnola, e ritiene che "l'estensione della scadenza di due anni" per la riduzione del deficit sotto il 3% "continua a implicare sforzi di consolidamento realistici". Posticipare la situazione potrebbe comportare alla Spagna un deficit al 6,5% per il 2013 e al 7% per il 2014, con un Pil rispettivamente al -1,5% e allo 0,9%.
E un anno in più di concessione da Bruxelles potrebbe arrivare anche per l'Olanda e la Slovenia.