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Euronext non entrerà in trading criptovalute senza sostegno di enti regolatori

La borsa Euronext nel quartiere degli affari di La Defense a Parigi

PARIGI (Reuters) - Euronext non intende entrare nel trading di criptovalute senza un deciso sostegno da parte delle autorità di regolamentazione.

Lo ha detto il Ceo dell'operatore di borsa europeo, Stephane Boujnah.

Se prima erano riluttanti, ora le borse si stanno muovendo nell'orbita delle criptovalute, dopo che il bitcoin si è ripreso dal crollo per poi raggiungere la scorsa settimana i massimi storici di quasi 74.000 dollari, guadagnando più del 50% quest'anno, con un aumento di afflussi nei fondi quotati negli Stati Uniti.

Il London Stock Exchange Group ha detto questo mese che intende accettare le richieste per le crypto exchange-traded notes nel corso dell'anno, titoli di debito che offrono agli investitori professionali, ma non a quelli retail, un'esposizione ai cryptoasset.

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Anche la Deutsche Boerse di Francoforte ha annunciato questo mese di aver lanciato una piattaforma regolamentata per la negoziazione di criptovalute dedicata agli investitori istituzionali.

Tuttavia, Boujnah ha detto di non avere fretta di seguire i rivali europei, dato che le autorità di regolamentazione di Euronext, le cui maggiori operazioni di trading si svolgono in Italia, Francia e Paesi Bassi, sono poco entusiaste - nel migliore dei casi - verso le criptovalute.

"Abbiamo sempre ritenuto che questo sia un tema che non possiamo affrontare senza il sostegno assoluto delle autorità di vigilanza", ha detto il Ceo ai giornalisti.

"Siamo sempre stati molto cauti sui cryptoasset... un po' per ragioni concettuali e molto perché i nostri stessi regolatori sono estremamente cauti".

Boujnah ha aggiunto che le autorità di regolamentazione di Roma e Amsterdam sono nettamente contrarie, mentre quella francese è molto cauta.

"I nostri regolatori non hanno lo stesso senso dell'umorismo", ha ironizzato Boujnah.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)