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FCA, sì con riserva a fusione, con via libera Exor sale in capitale

John Elkann e Sergio Marchionne in una immagine di archivio. REUTERS/Rebecca Cook

di Stefano Rebaudo

MILANO (Reuters) - L'assemblea Fiat-Chrysler ha dato un via libera con riserva alla fusione in FCA NV, che sposterebbe la sede legale ad Amsterdam, aprendo la strada alla quotazione a Wall Street e istituirebbe le loyalty shares che consentirebbero a Exor di salire nel capitale.

La riserva è legata al fatto che l'8% del capitale ha dato voto contrario all'operazione. Se lo stesso 8% dovesse chiedere di esercitare il diritto di recesso, l'esborso di Fiat potrebbe essere pari a 800 milioni circa, quindi oltre la soglia cui è condizionata l'operazione, non oltre 500 milioni.

L'AD Sergio Marchionne nella conferenza stampa che ha seguito l'assemblea si è detto fiducioso che l'esborso sarà in linea con il limite fissato e che tutto andrà come previsto, ma in ogni caso, ha detto, se l'operazione non passa oggi verrà ripresentata al mercato nei prossimi mesi.

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CON VIA LIBERA EXOR SALE, OCCHI A M&A

La fusione rappresenta uno degli ultimi passi di un'operazione iniziata nel 2009 con l'accordo per l'acquisto di Chrysler da parte di Fiat, ma l'impatto di quanto approvato oggi, una volta finalizzato, sarà un rafforzamento in Fiat-Chrysler di Exor, che avrà anche la possibilità di usare un numero maggiore di azioni per operazioni di m&a.

John Elkann presidente di Exor e di Fiat ha detto che le loyalty shares potranno essere utilizzate per scambi azionari, ma che "non saranno il driver di un'operazione".

Marchionne ha raffreddato le attese dicendo che "Fiat ora non ha bisogno di giocare il ruolo di aggregatore".

La holding della famiglia Agnelli detiene il 30% circa del capitale di Fiat, che a sua volta ha il 100% di Chrysler e, con il meccanismo delle loyalty shares conseguente alla fusione in FCA NV, potrebbe salire fino al 45% circa.

Sale quindi l'attenzione del mercato su ipotesi di fusione, con la holding della famiglia che aumenta le sue capacità di controllare l'assemblea e di scambiare azioni.

Marchionne ieri, nella call sui risultati del semestre, non ha voluto fare commenti ulteriori sulle possibilità sul fronte m&a con PSA e Volkswagen, ricordando che Fiat ha già smentito.

Ma le difficoltà in Europa e la gamma dei modelli incompleta sembra suggerire la necessità di una nuova integrazione.

La famiglia peraltro non intende uscire dal capitale DI FCA, secondo quanto detto da John Elkann in assemblea.

CON DEBUTTO A WALL STREET MAGGIORE ACCESSO A CAPITALI

Il debutto a Wall Street, previsto a ottobre, é finalizzato a dare alla società un maggiore accesso a fonti di finanziamento dal punto di vista del debito e del capitale.

Ma attirare investitori statunitensi sul titolo FCA è un processo nè rapido nè scontato.

Sul fronte integrazione l'operazione di oggi non porterà novità dal punto di vista industriale o dei flussi di cassa.

La liquidità di Chrysler continua a rimanere in parte vincolata dai covenants sul debito e per rendere possibili maggiori afflussi verso Fiat e i suoi azionisti bisognerà attendere la rinegoziazione del debito prevista per il 2015-16.

Per l'industria le strategie non cambiano, considerando che Marchionne è AD di entrambe le società dal 2009.

ULTIMO OSTACOLO I DIRITTI DI RECESSO

Ci sono due fattori che spingono i vertici Fiat a essere ottimisti sul via libera all'operazione: non è detto che tutto quell'8% decida di esercitare il diritto di recesso e, anche se succedesse, Fiat potrà ricollocare le azioni sul mercato riportando il suo esborso sotto i 500 milioni.

Gli azionisti hanno 15 giorni per esercitare il recesso, nei successivi 45 Fiat potrà rivendere le azioni sul mercato, ha spiegato Marchionne. I titoli trattano in questo periodo sotto il valore del recesso, fissato a 7,727 euro. Verso la chiusura della Borsa, Fiat vale 7,085 euro, in calo di 2,28%.

In ogni caso se l'operazione non andasse in porto "ci riproveremo, anche se io e John (Elkann) siamo convinti che non sarà necessario", ha detto Marchionne, aggiungendo che di sicuro non si andrà a avnti con la quotazione a Wall Street.

"Ci riproveremo, ma alle nostre condizioni", ha aggiunto Marchionne.

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