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La dimensione della confezione? Influenza il consumo

Spopola la moda della confezione mini: ma non è solo un problema “calorico”

Confezioni piccole (Fotolia)

La confezione piccola? E’ fatta per ingannare. Il consumatore moderno è consapevole delle strategie che si annidano in ogni aspetto dei prodotti, e in particolare nel packaging. E i produttori fanno leva in particolare sulle dimensioni degli involucri, perché sanno bene che il consumatore che ama fare spuntino, tenderà a mangiare più spesso se la confezione è piccola.

In America, per capire meglio questo fenomeno, che ha assunto il nome di "hand-to-mouth eating” si scomoda perfino il Wall Street Journal, che cita studi e prossime uscite sugli scaffali. La prospettiva da cui l’autorevole quotidiano guarda il fenomeno è americana, ma anche in Europa e nel resto del mondo è difficile non concordare sul fatto che le mini porzioni incitano al consumo; il cibo “small” però rischia di non influenzare solo la dieta e la linea, ma anche gli stili di vita, portando le persone a consumare cibo in posti non convenzionali, come la macchina, ad esempio.

In America, il produttore di cioccolato Hershey’s ha esteso al segmento small prodotti come la classica Reese's Peanut Butter Cup, un dolce fatto di burro d’arachide e ricoperto al cioccolato, lanciando la linea Reese's Minis. Ha varato, di  fatto, ha varato la cosiddetta "hand-to-mouth platform"  introducendo prodotti che al pubblico europeo diranno poco, come Rolo Minis, Twizzlers Bites e Jolly Rancher Bites: sono tutte versioni mini di successi della casa, che in questo asset ha guadagnato il 14% in più di crescita rispetto all’anno prima. 

Scelte di mercato simili non sono mai casuali, ma nascono dall’osservazione di un fenomeno sempre più diffuso, ovvero il cambiamento delle abitudini alimentari, che vedono crescere il numero di occasioni in cui si mangia cibo in movimento. Una svolta che non riguarda solo il junk-food ma anche cibi come l’arabo hummus, non proprio tipico della dieta americana, ma ridotto a porzioni mini da una compagnia come Sabra Dipping Co., una joint venture di Strauss Group and PepsiCo Inc che lo offre in porzioni  "Grab and Go" con pretzels e chips.Le persone non sempre sanno quando dire no al cibo e le confezioni piccole rischiano di confonderle ancora di più.

Come riflette, sempre nell’articolo del WSJ, Pierre Chandon, docente di marketing che studia il comportamento alimentare presso l'Insead, una business school internazionale con sede in Francia, i consumatori tendono a vedere nella porzione piccola, nel bocconcino, un volume di calorie ridotto, se non pari a zero. E sbagliano. Oppure, ma siamo in presenza di soggetti che sanno tenere a freno gli istinti, dovrebbero fare il ragionamento opposto, pensando: “Se sto aprendo una nuova confezione, vuol dire che sto esagerando”. Le case produttrici, invece, sostengono che il consumatore mangerà più spesso ma non necessariamente nello stesso momento: la confezione monodose, o comunque richiudibile, rassicura il cliente sulla freschezza del prodotto ed evita anche la tendenza, nel caso di gomme, caramelle e biscotti, a disperdere fisicamente il prodotto. Chi avrà ragione?