Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 8 minutes
  • FTSE MIB

    34.268,06
    +328,31 (+0,97%)
     
  • Dow Jones

    38.152,16
    +66,36 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    15.914,47
    +302,71 (+1,94%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,62
    +0,05 (+0,06%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.680,46
    +192,48 (+0,32%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.329,89
    -66,65 (-4,77%)
     
  • Oro

    2.344,90
    +2,40 (+0,10%)
     
  • EUR/USD

    1,0679
    -0,0054 (-0,50%)
     
  • S&P 500

    5.095,63
    +47,21 (+0,94%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.008,12
    +69,11 (+1,40%)
     
  • EUR/GBP

    0,8574
    +0,0000 (+0,00%)
     
  • EUR/CHF

    0,9765
    -0,0020 (-0,20%)
     
  • EUR/CAD

    1,4616
    -0,0033 (-0,23%)
     

Legge sulle lobby, qualcosa si muove

Legge sulle lobby, qualcosa si muove

Un incontro tra il segretario generale della presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, e le società rappresentanti di interessi particolari. Questa è l’ultima tappa della strada che sta portando l’esecutivo a varare una nuova legge per regolamentare l’attività di lobbying. “Il governo intende coinvolgere le categorie in previsione di un intervento normativo”, si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi, in cui si precisa l’intento di “ascoltare i soggetti interessati”.

La missione è ormai nota: fare una riforma che possa tracciare delle regole ben precise per i lobbisti che entrano in contatto con parlamentari. Il fine, chiaramente, è quello di evitare situazioni ambigue, lasciando più spazio alla trasparenza. Aveva fatto scalpore un servizio delle Iene, andato in onda qualche settimana fa, in cui si narrava di come presunti lobbisti incontrassero i portaborse dei parlamentari con una frequenza mensile lasciando buste piene di soldi. Una sorta di stipendio aggiuntivo per assicurarsi i favori del politico di turno. Urge, quindi, che una nuova normativa possa mettere fine a questa partica al limite della legalità, anzi, spesso anche oltre. Ma bisogna fare in fretta: “Nel corso dell’incontro”, è sempre scritto nella nota del governo, “sì è dato avvio a una discussione programmatica relativa alla disciplina della categoria ed è stata sottolineata la necessità di arrivare, a breve termine, a una legislazione che regolamenti l’attività delle cosiddette lobby”.

Secondo quanto riferito del segretario generale Garofoli, il governo “intende coinvolgere le categorie in previsione di un intervento normativo. Proprio per questo si è ritenuto di ascoltare i soggetti interessati per verificare le criticità di un’attività già regolamentata in altri Paesi occidentali, oltre che in sede europea”. Per non restare indietro, insomma, e raggiungere gli altri membri di Eurolandia in tema trasparenza. L’esecutivo vuole tener conto delle richieste delle lobby “per elaborare una disciplina che assicuri la piena trasparenza dei rapporti tra portatori di interessi particolari e decisori pubblici”. La necessità legislativa era già chiara al governo Monti che nel varo della legge 190 sulla corruzione, nel novembre scorso, voleva inserire regole per i lobbisti.

Tra le proposte contenute nella bozza del disegno di legge diffusa nei giorni scorsi, un ruolo principale lo ricopre il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) che non solo dovrà gestire il Registro dei lobbisti, ma anche vigilare sul rispetto del Codice di comportamento. Delle linee guida deontologiche che, probabilmente, non sarà affatto semplice far rispettare. L’idea è che il Registro possa garantire la massima trasparenza sull’identità degli iscritti, oltre che sui destinatari dell’attività. Dovranno, inoltre, essere documentate anche le risorse economiche a sostegno del lavoro del lobbista. Svolgere attività di lobbying senza essere iscritto al Registro farà scattare una sanzione pecuniaria: da 20mila fino a 200mila euro. La violazione del codice deontologico prevede la censura, la sospensione e, nei casi più gravi, la radiazione dal Registro. Chi dovrà verificare che non vengano commessi illeciti è sempre il Cnel. Qualche regola anche per i decisori pubblici: non potranno più rifiutarsi di conoscere le proposte o le richieste delle lobby iscritte al Registro. Anzi, dovranno dare risalto ai contatti avuti con i gruppi di pressione anche nelle relazione di introduzione alle leggi. Queste finora le proposte delle bozza del Ddl. L’intenzione del governo è quella di accelerare i tempi. Recependo anche i pareri dei gruppi di interesse, con qualche aggiustatina al testo.