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Rai, quei regali fatti col canone

Rai, quei regali fatti col canone

Regali pagati con i soldi del canone. E non si sa neanche destinati a chi. In Rai, con il denaro pubblico, fanno un po’ quello che vogliono. L’ultimo caso riguarda omaggi confezionati dall’azienda a politici, ambasciatori e personalità di spicco, dimenticandosi della trasparenza. La bolla è scoppiata all’inizio dell’anno con una mail anonima, come si legge su Libero, nella quale veniva denunciata, appunto, la facilità nel spedire i regalini. Si tratta, tra l’altro, di orologi di pregio, ma anche foulard, libri, dischi penne costose e cravatte griffate.

Circa 300mila euro all’anno, di soldi dei contribuenti, spesi per regali dei quali non ci sarebbe alcuna traccia. O meglio, il denaro è stato speso, ma non si sa in favore di chi. Una situazione assolutamente da chiarire, almeno secondo il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. A inizio settembre il capo di personale di viale Mazzini, Luciano Flussi, ha consegnato a un ex funzionario della struttura Premi e omaggi una lettera di sospensione in via cautelativa dal servizio in seguito all’indagine interna avviata dopo la mail anonima. Occorre fare luce sui movimenti “in uscita” e poco tracciabili del magazzino della tv di Stato. Tanto che l’ex funzionario è stato anche ascoltato dall’ufficio disciplinare Rai perché oltre alla questione degli omaggi ci sarebbe, a suo carico, anche l’accusa di aver garantito una via preferenziale ad un fornitore di preziosi, targhe e coppe. Insomma, il solito sistema clientelare per cui lavora di più chi è amico dell’amico.

L’audit interna, ossia una specie di ispettorato, sta facendo tutti i colloqui del caso per fare luce su una vicenda che coinvolge diverse persone, oltre all’ex funzionario. L’ex direttore centrale Comunicazione e Relazioni esterne, Guido Paglia, ha immediatamente preso le difese del collega al centro del procedimento disciplinare. “Confermo di aver chiesto e ottenuto di spiegare a voce al direttore generale gli errori di forma e di sostanza che hanno dato origine a questa indagine”, ha spiegato Paglia a Libero. “Non è mai esistita in azienda alcuna procedura che prevedesse l’indicazione dei beneficiari degli omaggi”. Come dire, ognuno regala quello che gli pare a chi vuole. Peccato, però, che i soldi per compare i gemelli o gli orologi di marca siano i nostri. Suona strano che la prassi sia andata avanti per anni, anche perché esiste la Commissione di Vigilanza Rai che dovrebbe vigilare, appunto, sull’operato della televisione di Stato.

Senza addentrarci nel merito del procedimento, è sufficiente dire che i destinatari dei regali erano tra i più disparati. Capi degli uffici stampa delle ambasciate, politi di ogni schieramento e anche il presidente della Repubblica. Senza dimenticare gli ufficiali delle forze dell’ordine. Per avere una minima traccia dei fortunati destinatari, bisogna dare un occhio agli archivi della direzione generale dove ci sono gli elenchi dei regali di Natale: “Atti che solo i direttori integravano o limavano”, ha aggiunto Paglia. Perché la pratica del regalino facile è assolutamente bipartisan. All’insegna del politically correct ha interessato sia vertici Rai di destra che di sinistra. L’unica cosa che non cambiava mai erano i fondi utilizzati.

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Come al solito, chi paga è l’ultima ruota del carro. Senza offendere nessuno, sia chiaro. Però è palese che il responsabile del magazzino non è che possa mettersi a dire al direttore generale di turno: “Non ti consegno questa roba se non mi dici a chi la devi mandare”. Funziona così in tutte le grandi aziende, figuriamoci in una realtà come la Rai. Tra i gadget c’è anche un dizionario di ortografia e pronuncia, il pacchetto regalo è stato recapitato al presidente Giorgio Napolitano in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Al di là di quelle che saranno le conclusioni dell’audit, rimane un dato incontrovertibile. Fino ad oggi la Radiotelevisione italiana ha distribuito benefits senza renderne conto a nessuno. Manco ai cittadini che pagano il canone. E pensare che il dg, Luigi Gubitosi, durante le scorse feste natalizie aveva scritto ai dipendenti: “Vietato fare regali e riceverne perché il contesto generale non consente di sostenere spese per omaggi, regali o benefici, quand’anche contemplati dalle usanze o compatibili con i codici etici”. Parole al vento.