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Investimenti, torna l’interesse verso l’equity

"Forse è arrivato il momento di tornare sull'equity, a cominciare da Piazza Affari". Per ora nessuno si espone pubblicamente con report di questo tipo, ma l'interrogativo comincia a farsi strada nei borsini degli analisti dopo i ribassi delle ultime settimane che hanno portato il listino milanese in terreno negativo rispetto all'inizio dell'anno. Cerchiamo di capire come sta evolvendo lo scenario e quali sono le possibili ricadute sui listini azionari.

La gelata di primavera

Il ritorno delle tensioni sui debiti pubblici dell'Eurozona e la tornata di elezioni in vari Paesi che potrà mutare gli orientamenti di politica economica: sono le due ragioni indicate dagli analisti per spiegare il calo dei listini azionari nelle ultime settimane. L'Italia resta tra gli osservati speciali: così Piazza Affari, che alla vigilia della primavera segnava una crescita del 13% rispetto a inizio anno, oggi è tornata in terreno negativo. Il confronto a cinque anni, prima cioè che sui mercati si udissero i primi scricchiolii della crisi è impietosa: il listino milanese cede circa il 60%. Le cose vanno, invece, meglio negli Stati Uniti: Wall Street ha innestato la ripresa dall'estate del 2009, ha ritracciato ma senza crollare nel secondo semestre del 2011, e in questa prima parte dell'anno è improntata al rialzo, tanto da quotare il 10-15% appena in meno rispetto alla primavera 2007.

E' il momento del restyling?

Tornando all'Europa, e in particolare a Milano, la frenata dell'equity è coincisa nelle ultime settimane con l'aumento dell'obbligazionario. Tendenzialmente le due asset class si muovono in direzioni opposte: semplificando al massimo (ma gli automatismi non esistono nel mondo della finanza), se l'economia cresce è meglio puntare sull'equity, mentre in caso di recessione cresce l'attenzione verso i titoli di Stato. Di ripresa in atto non si può certo parlare, ma è pur vero che i mercati tendono ad anticipare di almeno un semestre le dinamiche economiche. Per chi è sottovalutato in azioni, quindi, potrebbe essere il momento del tagliando, pur nella consapevolezza che la ripresa — se ci sarà- non risulterà certo galoppante.