Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 1 hour 40 minutes
  • FTSE MIB

    34.230,40
    +290,65 (+0,86%)
     
  • Dow Jones

    38.219,99
    +134,19 (+0,35%)
     
  • Nasdaq

    15.870,90
    +259,14 (+1,66%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    84,04
    +0,47 (+0,56%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.070,23
    +971,77 (+1,64%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.327,77
    -68,76 (-4,76%)
     
  • Oro

    2.353,00
    +10,50 (+0,45%)
     
  • EUR/USD

    1,0715
    -0,0018 (-0,17%)
     
  • S&P 500

    5.093,12
    +44,70 (+0,89%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.990,40
    +51,39 (+1,04%)
     
  • EUR/GBP

    0,8564
    -0,0010 (-0,11%)
     
  • EUR/CHF

    0,9781
    -0,0004 (-0,04%)
     
  • EUR/CAD

    1,4634
    -0,0015 (-0,10%)
     

Mercati in cerca di una direzione

I ribassi delle ultime settimane hanno riportato Piazza Affari ai livelli di fine anno. Il rasserenarsi delle tensioni sullo spread, le prospettive di ripresa economica in Italia e la rotazione dai bond all’equity sembrano di colpo lontani ricordi. Dunque si riparte da zero, per cui è utile tenere in considerazione alcune variabili che potrebbero influenzare i corsi nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, da quella politica allo scenario macroeconomico, passando per la situazione dei cambi.

La variabile politica

Dalle urne arriverà il primo responso per i mercati, che fondamentalmente fanno il tifo per la stabilità: si attendono una maggioranza chiara, capace di fare le riforme necessarie per avvicinare l’Italia ai migliori Paesi occidentali. Anche se l’esito dello scrutinio dovesse andare in questa direzione, non bisogna comunque attendersi un immediato calo della volatilità: i grandi investitori resteranno vigili per qualche settimana, in attesa di capire se alle promesse della campagna elettorale seguiranno i fatti.

La variabile macro

Molto dipenderà anche dall’evolversi dello scenario economico europeo. Le ultime stime indicano un 2013 in leggere recessione, ma a livello politico sta perdendo colpi il rigore come principio cardine propugnato dalla Germania. Se questa erosione proseguirà, potrebbero liberarsi risorse dal mondo del credito verso quello imprenditoriale, con ricadute positive per la crescita e l’occupazione.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

La variabile monetaria

Ultimo, ma non meno importante è l’osservatorio delle valute. Le ultime settimane hanno visto un indebolimento progressivo di dollaro, yen e sterlina verso l’euro sulla scia delle mosse decise dalle Banche centrali per sostenere l’export. Se questo stato di cose dovesse proseguire, le aziende europee (comprese quelle italiane) sarebbero molto penalizzate, e quindi ne soffrirebbero gli utili delle società quotate. Un’inversione del trend è pertanto necessaria, e occorre agire in fretta in questa direzione.