Parlamentari: i tagli agli stipendi? Li decideranno da soli
Enrico Giovannini ha gettato la spugna: il presidente dell'Istat, a capo della commissione chiamata ad allineare gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli dei colleghi europei, ha rinunciato all'impresa. Troppe le norme da prendere in considerazione, e spesso in contraddizione tra loro, per poter arrivare a una proposta sensata. Questa la sua analisi: proviamo a capire cosa cambierà e come.
Economia a picco, costo della politica in alto
Un dato è certo: in nessun Paese europeo l'indennità dei parlamentari è elevata come in Italia:
11.283 euro per un deputato e 11.550 euro per un senatore. In Francia e Germania la retribuzione è più bassa di circa il 40%. Insomma, in un Paese considerato tra i più a rischio sul fronte del debito pubblico come il nostro, e a fronte di una disoccupazione crescente, i parlamentari non se la passano male.
Il Paese del Gattopardo
Tutto chiaro dunque? Niente affatto perché, a fronte di dati chiari, dalle stesse aule parlamentari sono partiti i distinguo: si è fatto notare che la tassazione in Italia è più pesante che altrove (come se la cosa non fosse valida per gli stipendi, ben più contenuti, dei normali lavoratori), poi che il dato sull'indennità è parziale; andrebbe considerata anche la diaria, che secondo alcuni da noi è meno generosa che altrove, e comunque viene calcolata diversamente, tanto da rendere difficile il confronto. Come se non bastasse, il lavoro della Commissione Giovannini è stato complicato da una serie di paletti imposti al tentativo di confronto e alla fine si è arrivato al risultato più atteso (forse sperato). Nulla da fare: il confronto è impossibile.
Chi controlla i controllori?
Cosa succede ora? Il Governo ha preso atto della decisione assunta dal capo dell'Istat e fa sapere che "proseguirà la propria azione nell'obiettivo di giungere a una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche". Fatto sta che ora la passa al Parlamento, che in sostanza dovrà decidere sul proprio conto e, dati i precedenti, c'è da essere poco ottimisti.