Nostalgia delle lire? Ecco com’erano
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lire ed euro
Il primo gennaio del 2002 l'euro è ufficialmente entrato nelle nostre vite. Il 28 febbraio dello stesso anno si è conclusa la fase della doppia circolazione della moneta unica e della cara vecchia lira, che ha cessato di avere corso legale dal primo marzo 2002. - 2/20
5 lire
La moneta da 5 lire è uno dei tagli più piccoli circolati in Italia. Ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 1807, due anni dopo l'incoronazione di Napoleone a re d'Italia. Con l'Unità, quando venne fatta anche l'unificazione monetaria del Paese, furono prodotti nuovi esemplari. I primi furono coniati a nome del re dell'epoca, Vittorio Emanuele II.
Con la caduta della monarchia e la nascita della repubblica, l'argento con cui venivano coniate le monete fu sostituito dall'italma, una lega di alluminio e magnesio. Nel periodo repubblicano, circolò prima la moneta da 5 lire "Uva", coniata nel 1946: rappresentava da un lato il profilo di una donna circondato dalla scritta "Repubblica italiana" e dall'altro un grappolo d'uva con le foglie.
Dal 1951 circolarono invece degli esemplari di 5 lire raffiguranti sul diritto un timone e sul rovescio un delfino, come quella della foto. - 3/20
10 lire
Le prime emissioni della moneta da 10 lire risalgono al periodo unitario e raffiguravano, come nel caso delle prime 5 lire, sul fronte la testa di re Vittorio Emanuele II e sul retro lo stemma dei Savoia. Furono coniate solo a Torino dal 1861 al 1865.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946, venne emessa una versione delle 10 lire in italma chiamata "Olivo": su un lato era rappresentato un cavallo alato rampante e sull'altro un ramo di ulivo con foglie e olive in mezzo all'indicazione del valore: vi era impressa la scritta "L. 10". Restarono in circolazione fino al 1950.
Poi fu la volta di quelle più famose, le cosiddette "Spighe". Coniate nel 1951 con l'italma, presentavano due immagini simboliche della civiltà contadina: sul dritto un aratro e sul retro due spighe di grano, sopra le quali svettava il valore della moneta scritto in cifre ("10"). Il conio risale al 1951: sono state in circolazione fino al 1999, anno dell'ultima stampa. Negli ultimi anni di vita della moneta, le emissioni erano sostanzialmente dedicate agli appassionati di numismatica perché il taglio non era più accettato nella maggior parte degli esercizi commerciali italiani.
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20 lire
Anche nel caso delle 20 lire, le prime monete sono state introdotte in epoca napoleonica. Nel periodo unitario, i primi esemplari furono prodotti quando regnava Vittorio Emanuele II.
Raffiguravano da una parte la testa nuda del sovrano rivolta a sinistra e dall'altra lo stemma sabaudo coronato e con intorno rami di lauro e di quercia. La Zecca le coniò nel 1861. Tra le diverse monete da 20 lire coniate a nome del re Vittorio Emanuele III, invece, ve n'è una, emessa nel 1928 e denominata "Cappellone d'oro", particolarmente curiosa. Sul diritto compariva il semibusto del monarca in uniforme e sul rovescio, oltre al consueto fascio littorio fascista, il motto: "Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora".
In epoca repubblicana, nel 1957, fu introdotta una moneta da 20 lire denominata "Quercia". Il materiale di cui era fatta era il bronzital (una lega di rame, stagno e nichelio) e aveva un colore simil-oro che la rendeva straordinariamente simile alla 200 lire: non erano pochi infatti i cittadini italiani che confondevano le due monete. Su un lato della moneta era impressa l'immagine di una testa di donna ornata da spighe e circondata dalla scritta "Repubblica italiana"; sull'altro, sempre per restare in tema di natura, un ramo di quercia. - 5/20
50 lire
Il primo esemplare di questa moneta, coniato a Torino nel 1864, presentava al centro la testa di Vittorio Emanuele II e in basso la data. Nel rovescio, c'era lo stemma sabaudo con il Collare dell'Annunziata (massima onorificenza di Casa Savoia) e intorno rami di lauro e di quercia. Successivamente, fu utilizzata anche nel periodo di Umberto I e Vittorio Emanuele III. Nel 1911 e nel 1936 furono emessi due esemplari in via straordinaria: nel primo caso per il cinquantenario dell'Unità d'Italia, nel secondo per celebrare l'Impero.
Nel periodo repubblicano, il primo tipo di moneta da 50 lire, coniato nel 1954, era composto con l'acmonital ("acciaio monetario italiano"). Si trattava di una lega, formata prevalentemente da acciaio e nichel, che nei primi esemplari causava l'attrazione delle monete verso le calamite. Sulla parte frontale c'era la rappresentazione del dio Vulcano, nudo e girato di spalle, nell'atto di battere il martello sull'incudine, con a fianco l'anno di conio e il valore. Sulla parte posteriore c'era invece la testa di una donna circondata dalla scritta "Repubblica Italiana". Sotto di essa erano evidenziati in piccolo i nomi degli incisori, Giuseppe Romagnoli e Pietro Giampaoli.
Nel 1990 fu coniata la "Vulcano II", identica alla precedente ma in scala ridotta: aveva un diametro di 16,55mm anziché di 24,8 mm. A causa della sua dimensione ridotta fu ribattezzata "semino": non fu mai apprezzata perché scomoda e troppo facile da smarrire. Perciò, venne ritirata nel 1995.
Nel 1996 la versione "semino" fu sostituita da una quasi completamente rinnovata, denominata "Italia Turrita". Presentava da un lato il numero 50 circondato da una cornucopia (simbolo mitologico di cibo e abbondanza). Dall'altro, la testa di una donna coperta da un velo da cui fuoriescono ciocche di capelli intrecciate come un Dna: dovevano simboleggiare l'origine e la storia degli italiani. Rispetto al "semino", "Italia Turrita" aveva un diametro poco maggiore. - 6/20
100 lire
La prima 100 lire emessa dopo la nascita della Repubblica fu la "Minerva", che circolò tra il 1955 e il 1989. Sul diritto c'era una testa, raffigurante la personificazione dell'Italia, coronata d'alloro. L'immagine era molto simile a quella presente sulla 50 lire, ma in questo caso era rivolta a destra ed era circondata dalla scritta "Repubblica Italiana". Si trattava di una rappresentazione che traeva spunto dalle monete siracusane del IV secolo a.C.
In basso comparivano le firme degli autori, Romagnoli e Giampaoli.
Sul rovescio vi era invece una raffigurazione della dea Minerva e l'indicazione del valore. Era composta da acmonital (lega di acciaio e nichel), aveva un diametro di 27,8 millimetri, pesava 8 grammi e presentava un contorno rigato.Nel 1974 fu coniata una moneta da 100 lire con le stesse caratteristiche della "Minerva", ma con il ritratto di Marconi al posto dell'allegoria dell'Italia. Essa era infatti dedicata al centenario della nascita dello scienziato.
Nel 1990 fu coniata una nuova moneta da 100 lire, la "Minerva II", che denotava le stesse caratteristiche della precedente, ma aveva peso e diametro inferiori per via del suo limitato potere d'acquisto. Tuttavia le dimensioni ridotte la rendevano scomoda e quindi fu coniata per pochi anni. Confrontate le sue dimensioni con quelle della prima versione Minerva.
Nel 1993 fu emessa una nuova moneta, leggermente più larga e pesante della "Minerva II": la chiamarono "Italia Turrita" (come nel caso delle 50 lire), poiché sul dritto riproduceva l'immagine di un'allegoria dell'Italia, con la testa di una donna cinta da una corona muraria con torri. Nel rovescio si trovava l'indicazione del valore tra un ramo d'ulivo, una spiga di grano e un delfino.
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200 lire
La moneta da 200 lire è quella che gli italiani ricordano più facilmente, sia per la sua enorme diffusione che per i suoi particolari utilizzi. Per esempio, ancora oggi è legata al ricordo dei vecchi calcio balilla, in quanto il suo inserimento era indispensabile per azionare la leva, liberare le palline e iniziare una partita. Fu coniata nel 1977 e iniziò a circolare nel 1978. Il dritto era caratterizzato da una testa di donna rivolta verso destra con intorno la scritta "Repubblica Italiana"; più in basso era invece presente un rombo recante il nome dell'autore "Mario Vallucci". Sul verso della moneta originaria è raffigurato un ingranaggio a denti quadri che racchiude l'indicazione, su due righe, del valore. Si tratta della prima moneta in cui veniva abbandonata la simbologia legata a temi agricoli e veniva scelta un'immagine del mondo industriale. - 8/20
200 lire edizioni speciali
A sinistra la versione ideata nel 1992 in occasione dell'Expo di Genova che si svolse proprio in quell'anno. L'immagine è un cerchio suddiviso in due semicerchi. In quello superiore ci sono tre vele su uno sfondo di righe parallele, mentre nella parte inferiore sono inserite tre onde stilizzate. Sul contorno si legge "Esposizione Mondiale di Filatelia Tematica".
Al centro la moneta (1990) commemorativa del centenario della 4° sezione del Consiglio di Stato. La raffigurazione è assai semplice, in quanto c'è la vista di un edificio, Palazzo Spada, la cui immagine è incavata rispetto al piano della moneta.
A destra la moneta dedicata alla Guardia di Finanza: nella parte superiore si trova lo stemma della Gdf con un rotolo cartaceo su cui si legge il motto dannunziano: "Nec recisa recedit"; in basso appaiono invece berretto e spadino del Cadetto. - 9/20
500 lire
Le monete da 500 lire comparvero per la prima volta nel 1957 con il nome di "Caravelle" e furono coniate in argento. Il dritto presentava un busto femminile in stile rinascimentale, circondato da 19 stemmi che rappresentavano le città capoluogo regionale dell'epoca. In basso compariva la scritta "Giampaoli", dal nome dell'incisore. Sul rovescio erano raffigurate le tre caravelle in navigazione verso destra, con intorno la scritta "Repubblica Italiana"; in basso si trovavano il valore e la scritta "Veroi", nome dell'autore.
In occasione del Centenario dell'Unità d'Italia, nel 1961, fu coniata una moneta da 500 lire commemorativa. Sul dritto era raffigurata la personificazione dell'Italia seduta sul capitello; nella mano destra impugnava un ramo d'ulivo, mentre nella sinistra stringeva un elmo. Sul rovescio compariva una quadriga veloce. Nel 1965 fu emessa un'altra versione speciale, per ricordare il VII Centenario della nascita di Dante Alighieri. Sul dritto c'era il ritratto del poeta fiorentino, sul rovescio un'allegoria della Divina Commedia.
Dal 1982 la Zecca iniziò a coniare una nuova moneta bimetallica da 500 lire, con interno in bronzo ed esterno in acciaio: è questa la versione più nota.Sul dritto era ritratta la Repubblica, rappresentata da una testa femminile: sulle tempie erano poste delle ali che simboleggiavano intelligenza e libertà.
Sul rovescio si trovava la piazza del Quirinale, con il palazzo e le statue dei Dioscuri. Tutt'intorno c'erano una spiga di grano e rami d'ulivo.Successivamente sono state prodotte altre 500 lire bimetalliche a scopo commemorativo. Per esempio, in occasione del Centenario della Banca d'Italia, per i 70 anni dell'Istat, per i 50 anni della Polizia di Stato e per il ventesimo anniversario delle elezioni del Parlamento europeo.
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1000 lire verdi
la banconota a cui gli italiani erano più legati prima dell'euro era la mille lire. Un po' per come si presentava, con le immagini dei faccioni di Verdi, Marco Polo o della Montessori stampati sulla carta. Un po' perché era il biglietto più comune. Una cosa è certa: ci manca ancora più delle altre.
La prima cartamoneta da 1.000 lire fu emessa dal Regno di Sardegna tra 1745 e 1746. Lo Stato italiano iniziò a produrle nel 1872. Erano stampate su un'unica faccia, presentavano una cornice con in alto gli stemmi delle città di Genova e Torino e in basso il busto di Colombo. Nel 1894 nacque la prima banconota da 1.000 lire della Banca d'Italia, che però aveva lo stesso disegno e testo della serie della Banca Nazionale, che nel frattempo aveva finito di esistere. La prima 1.000 lire emessa dalla Banca d'Italia fu diffusa nel 1897 e fu disegnata da Rinaldo Barbetti, artista senese. Nel 1932 si aggiunse anche la "Regina del Mare", che al verso presentava tre figure allegorico.
La Repubblica Italiana stampò, a partire dal 1946, otto diverse versioni di questo tipo di banconota. E' da questo periodo in poi che le mille lire divennero le banconote italiane più popolari. Le prime furono "La Grande M", molto simili ai biglietti stampati durante il Regno d'Italia ma con un diverso contrassegno di Stato. Nel 1947 comparve "l'Italia" ornata di perle, di dimensioni più contenute rispetto alle precedenti. La grafica, assai più moderna, raffigurava sul fronte a sinistra, in una cornice ovale, la testa dell'Italia, ripresa dalle tre grazie della Primavera di Botticelli.
Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta le mille lire furono incentrate sulla figura di Giuseppe Verdi (nella foto). In una prima versione c'era il ritratto del compositore con decorazioni di ghirlande e bolli colorati. In una seconda opzione, la tecnica per la colorazione dello sfondo migliorò notevolmente; a fianco del ritratto si trovava la celebre Arpa Estense, strumento del 1558 di scuola ferrarese - 11/20
1000 lire
Negli anni Ottanta venne stampata una banconota, chiamata "Marco Polo", raffigurante il grande esploratore e uno scorcio del Palazzo Ducale di Venezia. - 12/20
Mille lire dedicate a Maria Montessori
Tra 1990 e 1998 fu emessa un'altra mille lire dedicata a Maria Montessori, il cui ritratto appariva sul dritto. Sul verso era rappresentato un particolare del quadro "Bambini allo studio" di Spadini. - 13/20
1000 lire moneta
Nel periodo repubblicano sono circolate anche monete dal valore di mille lire. La prima tipologia fu coniata nel 1970 per commemorare il centenario di Roma capitale ed era in argento. Sul diritto c'era la testa della dea Concordia, mentre sul rovescio era rappresentato il progetto di Michelangelo per la pavimentazione di piazza del Campidoglio. La seconda tipologia, particolarmente "sfortunata", era una moneta bimetallica con due varianti principali. Nella prima c'era la rappresentazione della mappa politica europea che tuttavia era piena di errori, come la divisione della Germania nonostante il Muro fosse già caduto. - 14/20
2.000 lire
La prime versioni delle 2.000 lire furono emesse nel 1973, nel 1976 e nel 1983 ed avevano come tema centrale "l'osservazione del cielo". La diffusione del taglio da duemila lire era stata autorizzata da un apposito decreto ministeriale, pochi mesi prima che l'inflazione riprendesse a galoppare. Sul verso comparivano il Duomo di Milano e la Torre di Pisa, che si stagliavano dietro la figura di Galileo Galilei su cui era incentrata l'impostazione iconografica della banconota. - 15/20
2.000 lire Marconi
Sul dritto invece si trovava un planetario che si ipotizzava fosse l' osservatorio astronomico di Arcetri, zona collinare del Comune di Firenze. La prestigiosa struttura di Acetri, ancora oggi attiva, è emanazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). La duemila lire fu incisa da Trento Cioni, figura storica che lavorò per anni al Poligrafico di Stato producendo oltre sessanta francobolli.
Tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta incise numerose banconote, compresa la 500.000 lire "Raffaello".
L'8 luglio del 1991 la Zecca cambiò volto alla banconota e diffuse un nuovo taglio con l'effigie di Guglielmo Marconi, mandando in pensione quella con Galileo Galilei. - 16/20
5.000 lire
La prima apparizione del taglio da 5.000 lire si registrò nel 1948. Il testo di legge che regolava gli istituti di emissione dell'aprile 1910 limitava la possibilità di emettere banconote fino alle mille lire. Però, con un decreto ministeriale del 1945, la Banca d'Italia fu autorizzata all'emissione provvisoria di titoli al portatore che permettessero di far fronte alle esigenze. La banca centrale emise quindi dei "titoli provvisori" da 5.000 e 10.000 lire che erano equivalenti ai biglietti a corso legale. Soltanto con una legge del 1948 fu autorizzata l'emissione di banconote di questi tagli.
Il primo biglietto da 5.000 lire comparve nel 1948 e fu emesso fino al 1963. Sul dritto era proposto il tema delle Repubbliche Marinare, mentre sul verso si trovava l'effigie della personificazione dell'Italia con la testa cinta d'alloro.
Dal 1964 al 1979, furono prodotte due varianti raffiguranti Cristoforo Colombo. Negli anni che intercorsero tra 1979 e 1983 circolarono versioni basate sull'opera d'arte "Il Ritratto d'uomo" di Antonello da Messina. Tra il 1985 e il 1996 furono emesse banconote da 5.000 lire basate sulla figura di Vincenzo Bellini. Sul dritto c'era un ritratto del compositore e, alle sue spalle, l'immagine del Teatro Massimo Bellini di Catania.
Nella zona immediatamente sottostante era riportato, in filigrana a linea chiara, il monogramma "BI" compreso tra motivi ornamentali; a destra erano riprodotti, con effetto chiaroscuro, elementi geometrici adiacenti l'uno all'altro, di forma rettangolare, con il lato maggiore disposto in direzione verticale. Sul verso una stilizzazione di una scena della Norma, i cui elementi principali erano un albero e una colonna con basamento e la riproduzione della statua raffigurante Norma, tratta dal monumento a Bellini che si trova a Catania.
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10.000 lire
Il testo di legge che regolava gli istituti di emissione, datato aprile 1910, limitava al taglio di 1.000 lire la possibilità di emettere banconote. Poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con un decreto ministeriale del 1945, la Banca d'Italia fu autorizzata all'emissione provvisoria di titoli al portatore. La Banca d'Italia emise quindi titoli provvisori da 5.000 e 10.000 lire, equivalenti ai biglietti a corso legale.
Il taglio da 10.000 lire comparve per la prima volta nel 1948 e fu emesso fino al 1963. Una delle emissioni più celebri fu quella chiamata "Andrea Volta", dedicata all'inventore della pila. La banconota fece il suo esordio nel 1984. Sul dritto si trovavano il "Ritratto di Alessandro Volta", da un'incisione di Giovita Garavaglia.
La filigrana era costituita da tre parti principali: nella parte sinistra del biglietto compariva la testa di Alessandro Volta; nella zona immediatamente sottostante era inserito il monogramma "BI" compreso tra motivi ornamentali; a destra erano riprodotti elementi geometrici di forma rettangolare.
Sul verso era rappresentata una veduta del Tempio Voltiano di Como, edificio di stile neoclassico, eretto nel 1927 in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte di Volta, dove sono conservati cimeli e altre testimonianze sullo scienziato. - 18/20
50.000 lire
L'emissione di biglietti da 50.000 lire avvenne tra 1967 e 1974, a seguito della decisione del Primo Ministro Aldo Moro e del ministro del Tesoro Emilio Colombo. Bisogna ricordare che, in quegli anni, il valore di 50.000 lire era pressoché equivalente alla metà dello stipendio medio di un operaio. Una seconda versione fu stampata tra 1977 e 1982, in seguito alla crisi petrolifera e inflazionistica, e uscì di corso il 1° dicembre 1986. Sul retro c'erano alcuni celebri monumenti, come il Pantheon e la Cappella dei Pazzi.
Una terza serie, la più recente e probabilmente anche la più celebre, con in filigrana la testa di Bernini e il monogramma della Banca d'Italia, circolò a partire dal 1984 e uscì di corso nel 1996. Poiché l'inflazione non diminuiva, ma raggiunse un tasso del 20%, la somma di 50.000 lire del 1983 equivaleva in potere d'acquisto a 7.500 lire del 1967. Il governo di Bettino Craxi e del ministro del Tesoro Giovanni Goria decisero quindi di rinnovare tutte le banconote presenti nel Paese.
Nel 1992, poco prima dell'arrivo alla Banca d'Italia di Antonio Fazio, che sostituì Carlo Azeglio Ciampi nel 1993, si decise di modificare leggermente questa banconota. Il biglietto era molto simile al precedente. Eccolo nella foto. - 19/20
100.000 lire
L'emissione dei biglietti da centomila lire, come di quelli da cinquantamila lire, fu stabilita per la prima volta dal primo ministro Aldo Moro e dal ministro del Tesoro Emilio Colombo. A quei tempi il valore di 100.000 lire equivaleva allo stipendio medio di un operaio. Le prime banconote di questo tipo, emesse tra 1967 e 1979, furono dedicate allo scrittore Alessandro Manzoni. Si trattava di uno degli esemplari più apprezzati nella storia della cartamoneta italiana. Tra 1979 e 1982, in seguito alla crisi petrolifera e all'inflazione galoppante, furono diffusi biglietti raffiguranti una delle Grazie tratta dal dipinto la "Primavera" di Botticelli. Nel 1983 il governo Craxi decise di rinnovare tutte le banconote in circolazione. Di conseguenza furono diffuse nuove centomila lire di color marrone-grigio, su cui era raffigurato il pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio. Sul recto della banconota era rappresentato il volto del pittore seicentesco e la sua opera "Buona ventura"; sul verso, il noto dipinto "Canestra di frutta". Nel 1994 le esigenze di lotta alla contraffazione indussero il governatore della Banca d'Italia a proporre un nuovo modello per le banconote da 100.000 lire. La differenza col genere precedente risiedeva nella colorazione e in alcuni dettagli dello sfondo e nella filigranatura, che era doppia nel nuovo modello. - 20/20
500.000 lire
Questa banconota rappresenta il taglio più elevato mai diffuso con la valuta in lira. Proprio per questo, ancora oggi, tra collezionisti e appassionati rappresenta una sorta di oggetto di culto. Fu emessa soltanto una volta, nel 1997, poco tempo prima dell'entrata in vigore dell'euro. Sul recto del biglietto, di color verde-acquamarina-rosa, vi era raffigurato il pittore e architetto Raffaello nell'autoritratto del 1506 conservato agli Uffizi, con un particolare del suo affresco del Trionfo di Galatea nella Farnesina a Roma.Sul verso invece vi era il celebre affresco della Scuola di Atene raffigurato col particolare dei due filosofi Aristotele e Platone. Il tutto è decorato da motivi floreali ispirati alle logge di Raffaello nei Palazzi Vaticani.
Questo biglietto fu soggetto a varie ed estreme misure di sicurezza contro la falsificazione già utilizzate nelle banconote da 50.000 e 100.000 lire.
Il fenomeno della contraffazione, infatti, stava diventando sempre più frequente ed era arrivato a costituire un problema di portata enorme. Oltre a inchiostri speciali e fili metallici, i biglietti erano dotati di fibre fluorescenti visibili con luce ultravioletta per garantire sicurezza e scoraggiare i falsificatori. Questo biglietto fu disegnato da Trento Cionini che, pur in pensione dal 1980, continuò sempre a collaborare con la Banca d'Italia. Nel 1997 ricevette l'incarico di incidere la matrice di quella che sarebbe diventata l'ultima banconota in lire italiane. Come in altri casi precedenti, anche in questa versione si leggeva la scritta "T.Cionini Inc".
Si può sentire la mancanza di una moneta? E' possibile ricordare con affetto e un po' di commozione una banconota? In Italia certamente sì. E questa nostalgia si chiama lira. Per celebrare la cara vecchia lira e ricordare i suoi trascorsi, Yahoo! Finanza vi accompagna in un percorso alla scoperta della storia e delle curiosità di tutti i tagli che hanno fatto la storia di questa valuta. Dalle monete da 1 lira fino alla banconota da 500mila lire. Seguiteci in questo viaggio nella memoria.