Privacy addio: ci spiano sempre, anche in bagno. Tutti gli strumenti che ci rubano la riservatezza

La tecnologia migliora la qualità della vita ma riduce, inevitabilmente, la nostra privacy. Gli esempi sono molteplici: pagamenti elettronici, app sul cellulare, auto “intelligenti”, motori di ricerca online e e-commerce. Insomma ormai tutte le azioni quotidiane lasciano una traccia che limita la nostra riservatezza. (Getty)

I social possono identificare i membri della famiglia, gli amici, e gli amici di amici. Possono individuare e tracciare datori di lavoro e colleghi, attuali e del passato, e capire come si trascorre il tempo ibero. Il recente scanalo sui dati personali degli utenti che ha riguardato Facebook dovrebbe fare pensare. (Getty)

Per impostazione predefinita, Google salva ogni domanda che gli sia rivolta, per sempre. Attività in Rete: i cookie pubblicitari monitorano tutti i nostri movimenti su Internet. Attraverso accordi con reti pubblicitarie, anche siti web che non abbiamo mai visitato possono ottenere informazioni sulla cronologia delle nostre visualizzazioni. (Getty)

Amazon registra, per sempre, gli acquisti di libri. Che rappresentano un’altra fonte, molto rilevante ed efficace, dei nostri interessi, gusti, preferenze, orientamenti. Kindle monitora gli schemi di lettura sui libri digitali: a che punto si è nel libro, quanto tempo si impiega per leggere ogni pagina, dove ci si sofferma. Praticamente tutto. (Getty)

I comandi vocali e i messaggi trasmessi dai telefoni più evoluti (come Siri, Now, Cortana), dalle consolle (Kinect), dalle smart tv e dai microfoni ambientali (tipo Amazon Echo) vengono registrati ed elaborati nel cloud, la “nuvola” di dati archiviati su server in remoto. (Getty)

Termostati e apparecchi smart rilevano la presenza di persone e i modelli di comportamento, e li trasmettono al cloud. Le prese elettriche intelligenti monitorano il consumo di energia e i tempi di utilizzo. (Getty)

L’ora in cui si pratica attività fisica, anche il luogo, spesso sono tracciati lungo le 24 ore. La raccolta e l’uso dei dati sono il nuovo business, quindi una cosa è certa: se ne raccoglieranno sempre di più. (Getty)

Per film (attraverso piattaforme come Netflix), musica (Spotify), video (YouTube), viene tracciato cosa viene visto, ascoltato, “scaricato”, quando, e come lo si giudica. La cronologia di tutto ciò è registrata e archiviata. (Getty)

“Uber”, “Lyft”, “Bla bla car” e altri servizi di mobilità e car-sharing registrano i nostri viaggi. Qualcuno può sempre sapere dove siamo stati. (Getty)

Rivenditori e piattaforme online, come Amazon e tanti altri, tracciano non solo ciò che si compra su Internet, ma anche quello che si guarda magari mentre siamo in bagno, persino quello che si pensa di acquistare. (Getty)