Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.249,77
    +310,02 (+0,91%)
     
  • Dow Jones

    38.239,66
    +153,86 (+0,40%)
     
  • Nasdaq

    15.927,90
    +316,14 (+2,03%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,66
    +0,09 (+0,11%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.751,46
    -953,51 (-1,57%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.383,71
    -12,82 (-0,95%)
     
  • Oro

    2.349,60
    +7,10 (+0,30%)
     
  • EUR/USD

    1,0699
    -0,0034 (-0,32%)
     
  • S&P 500

    5.099,96
    +51,54 (+1,02%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.006,85
    +67,84 (+1,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8558
    -0,0015 (-0,18%)
     
  • EUR/CHF

    0,9770
    -0,0015 (-0,15%)
     
  • EUR/CAD

    1,4613
    -0,0036 (-0,25%)
     

442 milioni di utile per Mediobanca. E si pensa al dividendo

Arrivano i numeri di Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) . La società ha presentato i conti dei primi nove mesi dell’esercizio 2015/2016, che si sono chiusi con un utile di 442,4 milioni di euro. Una ventata di ottimismo arriva dalle parole dell’amministratore delegato Alberto Nagel, che ha specificato che Mediobanca potrebbe aumentare il dividendo a fine esercizio. Il manager spiega che “lo scenario dei tassi impatta, ma la diversificazione dei ricavi è tale da farci presumere che anche questo sarà un trimestre interessante. Se non ci saranno ulteriori eventi straordinari di tipo negativo, dovremmo poter chiudere un anno altrettanto positivo come quello passato. Se poi questo sarà confermato, potremmo puntare anche a un miglioramento del dividendo".

Ma guardiamo i numeri nel dettaglio. I nove mesi chiudono con ricavi stabili a 1.519 milioni per effetto di una brillante dinamica del margine di interesse (+7,8%) che ha compensato il minor apporto dei proventi di tesoreria (97,4 milioni contro 181,4 milioni) dovuto alle forti turbolenze dei mercati; il significativo calo delle rettifiche su crediti (da 410 a 318,8 milioni) in tutti i comparti d’attività solo in parte assorbito da maggiori costi di struttura (da 603,9 a 642,7 milioni) si è riflesso in un miglioramento del risultato lordo di gestione (637 milioni contro 606 milioni, +5%); per contro i contributi al Fondo di risoluzione bancario (85,8 milioni, inclusa la stima della quota ordinaria 2016) hanno determinato la riduzione del risultato netto da 465,6 a 442,4 milioni. L’andamento per business line registra la forte crescita del retail e consumer banking (119 milioni contro 52,8 milioni) che ha compensato la flessione del wholesale (100,1 milioni contro 157,5 milioni) penalizzato dal calo dei proventi da trading (da 181,4 a 97,4 milioni); in miglioramento il principal investing (266,3 milioni contro 233,2 milioni).

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) dettaglio i ricavi mostrano il seguente andamento:

  • il margine di interesse cresce del 7,8% (da 839,9 a 905,7 milioni) confermando i trend degli scorsi trimestri: consumer in aumento (+13,3%, da 510,4 a 578,4 milioni) per i maggiori volumi e la tenuta della redditività e wholesale banking in calo (142,5 milioni contro 160 milioni) per la minor redditività degli attivi, più marcata rispetto all’andamento del costo della raccolta;

  • i proventi di tesoreria si attestano a 97,4 milioni (181,4 milioni) con un contributo nell’ultimo trimestre di 43,7 milioni rivenienti dal fixed income trading;

  • le commissioni ed altri proventi saldano a 336,4 milioni, in calo rispetto ai 361 milioni dello scorso anno per il minor apporto di wholesale (172,4 milioni contro 198,2 milioni) e consumer (91,2 milioni contro 115,1 milioni) che scontano un andamento del mercato meno favorevole rispetto allo scorso anno;

  • l’apporto delle società consolidate ad equity aumenta da 133,3 a 179,5 milioni per la maggior redditività di Assicurazioni Generali nell’ultimo trimestre (41 milioni contro 10 milioni dello scorso anno).

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

I costi di struttura sono cresciuti del 6,4% (da 603,9 a 642,7 milioni) per il rafforzamento del sistema di risk management e l’espansione dell’attività di retail e consumer.

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) rettifiche su crediti sono diminuite del 22,2% (da 410 a 318,8 milioni) e riguardano per 18,1 milioni il corporate e private banking (56,5 milioni), per 290,5 milioni il retail e consumer (342 milioni) e per 10,6 milioni il leasing (12,4 milioni); in particolare le rettifiche dell’ultimo trimestre si attestano a 95 milioni con un concorso del wholesale pressoché nullo per effetto di talune riprese di valore. Il minor costo del rischio (da 174bps a 126bps) non intacca il tasso di copertura delle attività deteriorate che sale al 54% (53% al 31 dicembre scorso) sui livelli massimi dell’ultimo triennio.

Gli utili netti del portafoglio titoli (98 milioni contro 117,5 milioni) comprendono la plusvalenza sull’apporto all’OPA della partecipazione Pirelli (87,7 milioni); le rettifiche di valore su azioni AFS sono pari a 17 milioni (contro 13,6 milioni).

Le altre partite (-91,3 milioni) includono 57,3 milioni relativi al contributo straordinario al Fondo di risoluzione bancario per gli interventi in Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara; 25,3 milioni quale contributo ordinario allo stesso fondo di risoluzione (inclusa la stima del contributo 2016) e 3,2 milioni relativi al Fondo italiano dei depositi garantiti per il secondo semestre 2015.

Mediobanca sarebbe inoltre pronta a valutare un intervento nell'operazione di aumento di capitale e quotazione di Veneto banca: "Valuteremmo un investimento in Veneto banca nell'ambito della quotazione, se fosse indispensabile per fare la quotazione", ha spiegato Alberto Nagel. Mediobanca, che curava l'ipo della Banca Popolare di Vicenza, si era impegnata a investire 75 milioni di euro direttamente in 'equity' prima che intervenisse il fondo Atlante, ma potrebbe fare qualcosa di simile anche con Veneto banca pur non curando l'operazione. “Questo - ha proseguito Nagel - era lo spirito del nostro impegno con la Popolare di Vicenza, era finalizzato a ottenere il successo di una quotazione di cui eravamo 'global coordinator'.

In Veneto banca non lo siamo, ma se ci dovessero chiamare perché c'è bisogno di un ordine per la quotazione sicuramente lo considereremmo. Mediobanca, che non ha partecipato al fondo Atlante, aveva concordato un intervento diverso e più coerente con la nostra operatività che è diversa da quella delle altre banche, ha concluso Nagel.

Autore: Forexlibero.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online