Acea pronta per acquisizioni, aggregazioni, guarda a Sud Italia
MILANO (Reuters) - Acea è pronta a realizzare acquisizioni o aggregazioni, guardando in particolare al Sud Italia e non vede problemi in una discesa sotto il 51% del socio di controllo Comune di Roma se serve a favorire questo processo.
È quanto ha sottolineato il presidente della utility romana, Catia Tomasetti, che spinge affinché i comuni facciano un passo indietro e scendano sotto il 51% del capitale nelle aziende municipalizzate.
"Siamo pronti a fare la nostra parte. Acea ha questa missione, la sente, la considera possibile e ci sentiamo la responsabilità di guardare a Sud, ma ancora non abbiamo progetti concreti perché mancano gli ultimi tasselli normativi per accelerare", ha sottolineato a margine del Festival dell'acqua.
Già in occasione dell'assemblea di bilancio, lo scorso aprile, era stato l'AD Alberto Irace a sottolineare il ruolo aggregante del gruppo romano, dicendo che guarderà a società non quotate per allargare il suo perimetro di attività nelle aree in cui opera e nei suoi settori prevalenti, a partire da quello idrico e che spazi di crescita ulteriori erano possibili in Toscana, Umbria, Lazio e Campania, dove già la società è fortemente radicata.
La presidente di Acea ritiene inoltre che le "aggregazioni siano un valore aggiunto. In parte guardiamo e in parte riceviamo proposte. La nostra collocazione ci pone vicino al centrosud perché le aziende brave devono dimostrare di saper operare in territori difficili".
Tomasetti si è detta favorevole a una eventuale discesa del Comune di Roma sotto il 51% per agevolare questo processo di aggregazioni.
"Più che di acquisizioni, si parla di aggregazioni e in questo caso è previsto che i comuni facciano un passo indietro. Ricordo che il sindaco Marino è stato l'unico e il primo a dire che oggi non ha senso che un comune abbia la maggioranza in una società che gestisce in maniera industriale un servizio, quindi, si apre un tema: è necessaria la maggioranza per avere il controllo?", ha concluso.
(Giancarlo Navach)
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