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Alcoa, riprendono trattative con Klesch, stop mobilità per 500

Un lavoratore dello stabilimento sardo di Alcoa a Roma per una protesta sindacale, il 10 settembre 2012. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Alcoa è disponibile a riprendere le trattative con la svizzera Klesch, interessata a rilevare la fabbrica sarda di Portovesme, abbandonata un anno fa dalla multinazionale Usa dell'alluminio, aprendo così uno spiraglio affinché i circa 500 lavoratori del sito possano salvare il posto. Il governo, dal canto suo, avvierà la procedura per garantire un secondo anno di cassa integrazione straordinaria ai dipendenti dello stabilimento del Sulcis, bloccando così la procedura di mobilità prevista dal primo gennaio 2014, anticamera del licenziamento. E' quanto emerso dall'incontro di oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico tra il sottosegretario Claudio De Vincenti - che si è fatto portavoce di Alcoa, assente alla riunione - e i sindacati di categoria. L'azienda in serata mostra cautela, e conferma sì la propria disponibilità a vendere ma solo "a parti affidabili". In giugno la trattativa naufragò proprio perché il piano degli svizzeri non fu giudicato tale dalla azienda statunitense. Assente anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci mentre fuori dal ministero, a protestare, sono arrivati dalla Sardegna circa 300 cassintegrati. KLESCH UNICO INTERESSATO A COMPRARE STABILIMENTO "L'esecutivo ha annunciato che Alcoa ha dato disponibilità a riprendere la trattativa con Klesch per la vendita dello stabilimento sardo, ponendo due pregiudiziali: la gestione da parte di un ente terzo, la finanziaria della Regione Sardegna, delle risorse che Alcoa deve versare per il riavvio delle attività dello stabilimento di Portovesme, e la certificazione di sostenibilità realizzata da un ente terzo del piano industriale proposto da Klesch", ha annunciato la Uilm. Per il segretario nazionale dei metalmeccanici Uil, Mario Ghini, "l'incontro purtroppo non è stato risolutivo, ma abbiamo fatto un passo avanti". Molto più critica la Fiom per la quale si tratta di un incontro interlocutorio e "insoddisfacente sia per l'assenza delle aziende interessate sia per non aver dato risposte definitive". Per questo il sindacato della Cgil chiede "il diretto coinvolgimento della presidenza del Consiglio". De Vincenti ha confermato le intenzioni di Alcoa spiegando che per il momento gli svizzeri sono gli unici interessati a rilevare il sito, ma il governo resta "aperto alla ricerca di altri" soggetti che vogliano negoziare. Entro fine novembre ci sarà un nuovo incontro, al quale è prevista anche la partecipazione di Alcoa e Klesch, per verificare se ci sono le condizioni per finalizzare la cessione. Il sottosegretario, annunciando lo stop alla mobilità per i 500 dipendenti dello stabilimento di Portovesme, ha detto che anche per i 400 lavoratori dell'indotto si aprirà un tavolo presso la Regione Sardegna. E' previsto il 31 ottobre un incontro al ministero del Welfare per concedere un anno extra di cig straordinaria, mentre il 6 novembre di discuterà presso la Regione della proroga degli ammortizzatori per l'indotto. Il 13 novembre invece, sempre al ministero, si verificherà l'applicazione del piano Sulcis, che riguarda tutta l'area. L'Italia è stata condannata il 17 ottobre dalla Corte di Giustizia Ue anche per non aver recuperato 295 milioni di aiuti di Stato concessi all'Alcoa sotto forma di tariffa agevolata per l'elettricità. De Vincenti ha però riferito stasera che Alcoa ha "già restituito i cinque sesti" della somma. La trattativa si era arenata a metà giugno quando Alcoa aveva annunciato di considerare "concluso negativamente" il negoziato con Klesch. L'azienda aveva confermato l'intenzione di vendere ma, nel frattempo, di mantenere in efficienza l'impianto fino al 30 giugno del 2014. Impegno ribadito anche oggi. A fine novembre si saprà se un accordo è davvero possibile o se l'incontro di oggi sia servito solo a prendere tempo. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia