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ANALISI - Atene scuote caleidoscopio politico europeo, sorprese in arrivo

Turisti sotto la bandiera greca che sventola sul Partenone. REUTERS/Yannis Behrakis (Reuters)

di Paul Taylor LONDRA (Reuters) - Catapultando al potere un'improbabile alleanza tra l'estrema sinistra e i nazionalisti di destra, la Grecia ha scosso il panorama politico europeo e potrebbe segnalare che il consenso centrista è agli sgoccioli anche in altre parti d'Europa. Con otto elezioni generali in vista in altrettanti Paesi Ue quest'anno e con numerosi voti regionali in calendario, il terremoto di Atene potrebbe essere l'avvisaglia di altri shock politici nel Vecchio continente. Molte sorprese in arrivo in questo 2015, dalla Finlandia alla Gran Bretagna, dalla Danimarca alla Spagna con gli elettori sfiancati da cinque anni di crisi economica che potrebbero gettare nelle urne tutta la loro rabbia e le loro ansie. I partiti tradizionali di centro-destra e centro-sinistra, che hanno dominato la scena politica europea dalla fine della seconda guerra mondiale, stanno conoscendo un'emorragia di consensi, con voti che si dirigono verso populisti o verso personalità dello stampo di Beppe Grillo. In molti Paesi, gli elettori sentono che le formazioni politiche tradizionali non offrono più una reale alternativa. Anzi molti di loro vogliono "punire la casta" sempre più percepita come distante dai loro bisogni e solo avida di privilegi. Ciò che unisce molti di questi nuovi movimenti politici è l'ostilità verso l'Ue e le sue politiche di austerità volute da Bruxelles e Berlino. "Siamo arrivati alla conclusione di un ciclo durato 30 anni, basato sul liberalismo e sul benessere e iniziato con Ronald Reagan e Margaret Thatcher," ha detto l'ex ministro inglese per gli Affari europei Denis MacShane in un'intervista. "Ora avremo come minimo un quinquennio di turbolenza e di incertezza politica in Europa". MacShane afferma che un periodo simile a quello che ci si prospetta si è verificato negli anni 70, quando il consenso del dopoguerra legato al welfare state si era esaurito. Se una serie di outsider anti-establishment riusciranno ad imporsi non solo in Grecia ma anche in altri Paesi Ue resta da vedere. Ma sicuramente i governi saranno meno stabili ovunque. "La prospettiva è quella di governi più deboli con la partecipazione di figure politiche prima sconosciute e poco prevedibili", spiega Tina Fordham, analista politico capo di Citi. La Grecia ha sofferto maggiore disoccupazione, povertà e disordine sociale che qualunque altro Paese europeo ed è stata il primo stato dell'area euro a necessitare di un programma di salvataggio internazionale nel 2010. La sua classe politica è stata screditata e travolta da scandali e corruzione. Ma anche in Spagna, ad esempio, i due partiti principali, che si sono alternati al potere dalla fine del fascismo, sono stati colpiti da una serie di problematiche simili. Come in Grecia, anche in Spagna un giovane su due è senza lavoro. E questo ha portato alla crescita in termini di consenso della formazione di estrema sinistra Podemos (Possiamo), guidata dal carismatico giovane accademico Pablo Iglesias. Al momento Iglesias nei sondaggi è avanti sia sul Ppe del premier conservatore Mariano Rajoy che sui socialisti del Psoe. Trentasei anni, vicino al premier greco Alexis Tsipras che ne ha 40 anni, Iglesias potrebbe rafforzare la sua credibilità grazie alla vittoria di Syriza in Grecia, specialmente se il nuovo governo ateniese sarà in grado di negoziare il debito e allentare la morsa dell'austerity. La prospettiva di mesi di confronto tra Atene e Bruxelles in uno scenario di instabilità finanziaria potrebbe però anche spingere gli elettori spagnoli a non rischiare un voto a favore di Podemos nelle elezioni di dicembre, magari portando Pp e Psoe a formare un esecutivo di grande coalizione sullo stile tedesco. Un altro Paese dove i radicali anti-establishment stanno guadagnando terreno è la Gran Bretagna. Qui si vota il 7 maggio. Conservatori al governo e laburisti sono testa a testa nei sondaggi, il che lascia prevedere che nessuno otterrà una solida maggioranza. Probabilmente l'esecutivo vedrà la sua sopravvivenza appesa a uno o due piccoli partiti. Altri due paesi con situazioni simili sono la Finlandia - dove il partito degli euroscettici guidato da Timo Soini potrebbe ottenere buoni risultati nel voto di aprile - e l'Irlanda dove si va alle urne all'inzio del 2016 con il Sinn Fein, formazione di sinistra, che cavalca l'onda anti-austerity. Anche spagnoli e irlandesi, che pure vedono lentamente tornare la crescita e benessere economico, potrebbero non voler ricompensare i partiti tradizionali che li hanno portati fuori dalla crisi e scegliere piuttosto di esprimere la loro rabbia con un voto di protesta. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia