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ANALISI - Italicum cambierà comunque dopo referendum per non far vincere M5s

ANALISI - Italicum cambierà comunque dopo referendum per non far vincere M5s REUTERS/Remo Casilli/File Photo (Reuters)

di Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - A tre settimane dal voto per il referendum costituzionale, l'unica certezza è che la legge elettorale entrata in vigore appena quattro mesi fa e mai usata cambierà, almeno per evitare una vittoria del M5s alle prossime elezioni. Nei giorni scorsi il Pd ha trovato un accordo con una parte della sua minoranza interna per modificare l'Italicum in tre punti importanti: il superamento del ballottaggio, la possibilità di un premio per le coalizioni e non più per le singole liste, l'istituzione di piccoli collegi elettorali. Su questa base, il partito del premier Matteo Renzi ha annunciato che cercherà il confronto con le altre forze politiche. L'unica modifica certa sembra quella del ritorno al turno unico - come chiesto anche dall'ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano - per disinnescare il successo dei grillini al secondo turno. I sondaggi indicano da tempo che il M5s, oggi testa a testa o poco sotto il Pd, vincerebbe all'eventuale ballottaggio previsto dalla legge attuale (nel caso in cui nessuna lista superasse al primo turno il 40%) sia contro il Pd che il centrodestra. "La posizione del M5s è nota: vogliamo un sistema proporzionale con piccoli collegi, in modo da favorire le liste che hanno più voti", dice a Reuters il senatore Vito Crimi, uno dei principali esponenti del movimento guidato da Beppe Grillo. Il M5s dice di non essere interessato a discutere modifiche dell'Italicum: "Il Pd invece è pronto a stravolgere tutto e a mentire ai suoi elettori. Se vincesse il sì, le uniche modifiche che Renzi farebbe all'Italicum servirebbero a fargli vincere le elezioni, contro il M5s. E quindi abolirebbe i ballottaggi". L'abolizione del ballottaggio andrebbe bene anche a Sinistra Italiana, sebbene per il capogruppo alla Camera Arturo Scotto "l'unica garanzia di cambiamento della legge è che al referendum vinca il no". In quel caso, infatti, il Parlamento dovrebbe approvare una norma anche per il Senato, che non perderebbe più senatori e poteri come previsto dalla riforma voluta da Renzi. Sinistra italiana, alleata del Pd alle elezioni del 2013 e poi passata all'opposizione del governo Letta, sarebbe anche favorevole alle coalizioni, ma si oppone al premio di maggioranza che lo schema del Pd continua a prevedere anche col turno unico. All'interno della maggioranza di governo, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha già annunciato l'accordo del suo partito, Ncd, alle modifiche proposte dal Pd. E anche Lucio Barani, capogruppo al Senato di Ala (che fa capo all'ex coordinatore di Forza Italia Denis Verdini) dice "no al ballottaggio, sì alle coalizioni e ai collegi piccoli". Forza Italia, invece, vuole discutere soltanto dopo il 4 dicembre, e il capogruppo Renato Brunetta non intende entrare nei dettagli, spiegando che "bisogna in aspettare non solo il referendum ma anche la sentenza della Corte Costituzionale", che dovrà esaminare alcuni ricorsi contro l'Italicum e potrebbe modificarne alcuni punti. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia